mercoledì 18 febbraio 2015

Intervista a Francesco Di Pastena, giovane disegnatore romano.


Una grande passione per l'illustrazione fantasy e una esperienza con il mercato americano del fumetto.


(testo Rosa Orsini)
Durante SpazioCimaComics sono rimasta colpita dai disegni di Francesco Di Pastena, giovane illustratore romano. I suoi disegni colorati accendevano la parete di una sala interna della galleria, tappezzata di fumetti in bianco e nero. Immagini di guerrieri in combattimento, torri medievali e donne guerriere dalle ali d'angelo emergevano dallo sfondo. Richiamavano l'attenzione del visitatore evocando scenari fantasy.
Così ho cercato, domandando all'organizzatore dell'evento, di poterlo conoscere. Io adoro il fantasy e i disegni di Francesco rispecchiano il gusto di chi come me ricerca nel soggetto e nella grafica quel particolare effetto visivo luminoso e patinato che emerge dalle scene rappresentante e quella forza sovrumana, quell'energia vitale sprigionata dai soggetti raffigurati. Disegni caratterizzati da una grafia perfetta nei particolari e nelle proporzioni, realizzati con una tecnica digitale che non abbandona la tradizione del disegno a favore delle scorciatoie supportate dai programmi computerizzati. In occasione della rassegna di fumetto allo Spaziocima di Roma, Francesco ha presentato le sue tavole a colori proponendosi al pubblico come illustratore fantasy. Un settore che spazia nel campo dei giochi di ruolo e nei video games e che oggi trova appeal presso le giovani generazioni, affascinati da mondi immaginari dove la magia regna suprema, abitati da eroi ed eroine, creature fantastiche, e personificazioni fantasmagoriche del bene e del male.
Francesco vanta alle spalle una formazione come illustratore ottenuta allo IED (Istituto Europeo del Design) arricchita dagli studi come fumettista presso la Scuola Romana del Fumetto. Due specializzazioni che spesso si confondo tra loro ma che in realtà posseggono delle connotazioni artistiche uniche e distintive. Dopo l'esperienza come fumettista presso la rivista satirica “Male” e la breve ma intensa collaborazione con una casa editrice americana del fumetto, oggi Francesco promuove il suo nuovo percorso artistico incentrato sul lavoro di illustratore, abbandonando una strada ormai conosciuta per un mondo ancora da esplorare. Francesco ci descrive un lavoro fatto spesso di precarietà ma mantenendo il sorriso e l'entusiasmo di chi come lui vuole continuare a fare ciò che più gli piace. Da questo incontro emerge un messaggio chiaro e profondo: spesso le esperienze aiutano a capire quello che non vogliamo fare, non perché siano negative ma piuttosto perché si rivelano illuminanti, ci chiariscono le idee indicandoci la strada che vorremmo percorrere, la piega che dobbiamo seguire seppur comoda e impervia. Anche se spesso ricominciare sembra difficile.

Domanda: Come nasce la passione per il disegno e qual è il tuo percorso artistico?
Francesco: Diciamo che la passione del disegno nasce fin dall'infanzia. Mente la passione per i fumetti me l'ha trasmessa mio cugino, che ha undici anni più di me. È lui che mi ha fatto conoscere i fantasy, i giochi di ruolo, i video games. È stato il mio mentore e per lungo tempo un modello da emulare. Crescendo ho coltivato anche altre passioni e ho frequentato delle scuole di settore. Ho fatto un corso di illustrazione allo IED per poi cambiare direzione iscrivendomi alla Scuola Romana per il Fumetto. Una storia abbastanza banale. Penso che tutti quanti abbiamo avuto più o meno lo stesso percorso formativo.

D: Qual è invece il tuo percorso professionale?
Francesco: Uno dei miei primi lavori importanti è stato con “Male”, la rivista satirica di Vauro e Vincino. Una collaborazione che è durata quasi due anni. All'inizio era più legata legata all'illustrazione. Infatti illustravo dei racconti brevi di Nicolai Lilin. Dopo di che mi hanno spostato in una rubrica in cui si facevano interviste dove realizzavo anche i ritratti delle persone intervistate, dato che ero l''unico illustratore realistico insieme a Tanino Liberatore. Dopo questa esperienza, finita perché “Male” ha chiuso i battenti, ho ripreso la passione che avevo da bambino, ossia il fumetto. Durante la scuola avevo già avuto modo di praticarlo a livello professionale con delle pubblicazioni indipendenti. La mattina studiavo e di pomeriggio lavoravo. Poi ho avuto la possibilità di collaborare con la Zenescope Entertainement. Hanno visto i miei lavori su internet e mi hanno proposto di lavorare con loro. Un'esperienza con il mercato americano delucidante e formativa. Un bel battesimo di fuoco.

D: Come lavorano gli americano rispetto a noi italiani?
Francesco: Hanno dei ritmi molto più accelerati dei nostri. Forse guardano un po' meno alla qualità e più al prodotto finito, anche se è brutto e forse neanche corretto dirlo in questo modo. Prevale una mentalità imprenditoriale. C'è il prodotto da creare anche se i limiti di tempo sono brevi.

D: Per quanto tempo hai lavorato in America?
Fancesco: Per un anno. Dopo di che sono andato via proprio a causa di quei ritmi lavorativi. Non mi piacevano perché non mi sentivo capace di produrre dei prodotti di qualità all'altezza di quelle che sono le mie reali possibilità. Ma quell'esperienza mi ha anche fatto capire che il fumetto non era proprio il lavoro che volevo fare. Non mi trovavo in quell'ambiente artistico. Cosicché ho deciso di fermarmi e puntare sull'illustrazione fantasy che è quello che mi è sempre piaciuto fare.

D: Parliamo quindi dell'illustrazione. Riguardo al disegno, si tratta di una grafica realizzata con il computer?
Francesco: Sì. Io lavoro in digitale. Questi lavori sono realizzati con il computer. Però avendo un'impostazione tradizionale il mio modo di usare il digitale in realtà è un po' atipico. Perché ci sarebbero tante scorciatoie, tanti trucchi che si potrebbero usare e che forse farei meglio ad usare, ma la mia impostazione mi porta a preferire la tecnica classica.

D: Questi lavori esposti, di carattere fantasy, fanno parte di un progetto particolare?
Francesco: Si tratta principalmente di promozione perché sto cercando di introdurmi in maniera seria in questo settore di mercato. Ma mentre nel fumetto, avendo acquisito esperienza, avevo delle conoscenze, degli agganci a cui far riferimento, qui mi trovo agli inizi con tutte le difficoltà che comporta. Diciamo che sto bussando a varie porte sperando che mi si aprano possibilità lavorative un po' più concrete.

Domanda: Quali sono quindi le tue ambizioni lavorative?
Francesco: Riuscire a trovare stabilità economica facendo quello che più mi piace, in questo caso l'illustratore fantasy, rivolgendo lo sguardo anche ai giochi di ruolo e da tavolo o ai video giochi, che sono stati parte della mia formazione artistica e che mi accompagnano tutt'ora ora. Oggi il fantasy è un soggetto che richiama molto il pubblico dei giovani. Grazie sopratutto alla trilogia di Tolkien è tornato in voga. E ciò da un certo punto di vista è stato una fortuna per noi illustratori.

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