mercoledì 27 novembre 2013

Raw Vision e Art Brut


 

Il fenomeno della Art Brut celebrato a Parigi in occasione dei 25 anni  di attivita’della famosa rivista culturale “Raw vision”. Un evento di portata internazionale di grande richiamo.




La Halle Saint Pierre di Parigi, situata nel pittoresco quartiere di Montmartre, ospita fino al 22 agosto 2014 una mostra temporanea intitolata “Raw Vision”, dal nome della celebre rivista britannica che proprio quest'anno compie 25 anni di attività. Fondata nel lontano 1989  dal pittore John Meizels, Raw Vision è l'unica rivista specializzata nel settore dell’art brut europea e della pop culture americana.
L'allestimento ha richiesto la partecipazione di più di 80 artisti internazionali tra cui Henry Darger, Aloïse Corbaz, Adolf Wölfli, Norbert Kox,  raggruppando nel complesso circa 400 opere. Un fenomeno all'avanguardia di portata internazionale che sta ottenendo un grande successo di pubblico, soprattutto giovanile,  attratto dalla aspetto visionario e surreale di questo eccentrico movimento artistico, al di fuori di ogni schema concettuale precostituito e dai soliti canali di mercato.
Il concetto di “Art brut” fu inventato nel 1945 dal pittore francese Jean Dubuffet per indicare i lavori realizzati da artisti non professionisti e dai degenti degli ospedali psichiatrici. Si parla quindi di un'arte spontanea, libera da contaminazioni culturali di genere: un aspetto peculiare che si evince dalla scelta dei materiali usati a supporto delle molteplici tecniche espressive, nonché da un assortimento bizzarro dei soggetti. 
Successivamente il concetto venne esteso oltre il campo predefinito fino a comprendere l'arte popolare, quella impulsiva, fantasiosa, non convenzionale, espressiva di una interiorità che ha bisogno di gridare al mondo la sua esistenza.
Si tratta quindi di un nuovo modo di fare arte, originale e grottesco. Una delle mille facce dell'arte contemporanea: quella autodidatta e non istituzionalizzata. Art Brut, arte grezza o outsider art (termine quest'ultimo coniato nel 1972 dal critico d'arte inglese Roger Cardinal): sono soltanto sinonimi che descrivono un'arte non stereotipata. In questo modo anche il diversamente creativo trova il suo spazio.
Osservando i lavori esposti è possibile farsi un'idea di quelli che sono definiti i geni sconosciuti e a comprendere il mondo dell'arte con le sue infinite diramazione che spesso sfociano in elaborazioni intellettuali non dettate da schemi precostituiti. Un soggetto moderno che si estende fino comprendere il mondo della street art e a cogliere ispirazione dall'universo dei fumetti, che lascia ampio margine all'immagine più sfrenata.

 

Nessun commento:

Posta un commento