giovedì 6 settembre 2012

Antinoo il fascino della bellezza


Fino al 4 novembre, nel complesso archeologico di Villa Adriana a Tivoli si celebra il ricordo del giovane Aninoo, attraverso una mostra che rimanda al suo legame con l'imperatore Adriano e alla diffusione del mito della sua bellezza attraverso i secoli

 
Inaugurata il 5 aprile scorso, la mostra, allestita all’interno dell’Antiquarium di Villa Adriana, il prestigioso complesso archeologico di Tivoli oggi patrimonio dell’Unesco, celebra il forte legame che legò l’imperatore Adriano al giovane Antinoo. Il progetto si è potuto  ralizzare grazie al contributo dei più importanti musei italiani ed europei che hanno permesso di esporre al pubblico più di 50 reperti storici, tra sculture, rilievi, gemme e monete, di grande pregio e valore artistico.




Antinoo, ritratto in bronzo,
 Firenze
La mostra richiama l’attenzione per l’eccezionale apertura al pubblico della zona che comprende i resti dell'Antinoeion, una tomba -tempio dedicata ad Antinoo, fatta costruire da Adriano in seguito alla scomparsa prematura del giovane e fedele amico. Di ritorno dall’Egitto nel 133, Adriano, profondamente addolorato per la sua morte, avvenuta per annegamento nel 130 d. C. mentre risalivano le acque del Nilo, progettò in suo onore un grande edificio commemorativo, collocandolo lungo l’ingresso monumentale che conduceva al vestibolo: l'Antinoeion per l’appunto. I lavori di scavo, effettuati dalla Soprintendenza tra il 2002 e il 2005, hanno portato alla luce parte della struttura perimetrale dell’edificio e l’area dove sorgeva l’esedra, fronteggiata da due templi all’epoca suddivisi dall’imponente obelisco che oggi ritroviamo collocato al Pincio.
Antinoo, giovane  bitinio di rara bellezza, passò alla storia per la tenera e fedele amicizia con l’imperatore Adriano. Un legame affettivo che riecheggia nelle pagine di Marguerite Yourcenar nel celebre romanzo “Memorie di Adriano”. Ma fu sorattutto  il suo fascino da fanciullo imberbe,  il suo tenero profilo di efebo scultoreo venuto dall’oriente, ad ispirare la fantasia di grandi artisti, che vollero effigiare nel marmo e nel bronzo  la sua fulgida bellezza, al pari di una divinità pagana.

Anche l'imperatore Adriano,che fu legato al giovane da una profonda ed ambigua amicizia, credette di riconoscere  nel suo viso i tratti di un dio, e così volle che fosse raffigurato nelle statue che adornavano l’Antinoeion.
Antinoo- Roma
Collezione Boncompagni -
Ludovisi
 
Un lungo percorso cronologico suddivide la mostra in quattro sezioni tematiche, Nella prima, l’immagine scolpita di Antinoo si accosta a quella dell’imperatore Adriano. Marmi, busti,  pietre incastonate, nonché medaglie e monete riproducono separatamente il volto dei due personaggi storici a suggellare un legame che oltrepassa i limiti del tempo e dello spazio. La grazia efebica di Antinoo viene esaltata in numerose sculture di notevole pregio e perfezione plastica come il busto di marmo proveniente dai Musei Vaticani, il bronzo conservato al Museo Archeologico di Firenze, quello in marmo lunense della collezione Boncompagni Ludovisi e infine quello proveniente dal museo del Louvre.
 
La seconda sezione si incentra sulla deificazione di Antinoo.  La sua bellezza, considerata al pari di quella di un semidio, è presa in prestito dagli artisti come fonte di ispirazione per rappresentare e imprimere nel marmo i corpi dalle proporzioni perfette di Apollo, Mercurio o del sacerdote Attis. Osservando le statue che lo ritraggono ora nelle vesti di Mercurio, con le tempie ornate di ali, o in quelle fanciullesche di Dioniso, si rimane colpiti dalla serena armonia del suo volto, così tenero e distante, che rimanda alla divina compostezza delle divinità pagane, lontane e irraggiungibili.  A riguardo  citiamo la bellissima statua di Antinoo- Mercurio ritrovata a Villa Adriana di Tivoli, oggi custodita all’Ermitage di San Pietroburgo, e la testa di Antinoo- Dioniso in marmo bianco, proveniente dalla collezione Townley custodita al British Museum di Londra.
 
testa di Antinoo-Dioniso-Londra
British Museum




La terza sezione si incentra sulle recenti scoperte dell'Antinoeion di Villa Adriana e quindi sulla rappresentazione di Antinoo nelle vesti di Osiride. Adriano aveva deificato il suo favorito assimilandolo alla più alta divinità egizia che, secondo il mito, rinasce dalle acque del Nilo. Il riferimento al dio che risorge dalle acque nasconde forse la recondita speranza che quel giovane tanto amato e compianto possa un giorno ritornare in vita e riabbracciare il suo imperatore. Il riferimento alla cultura e alla religione egizia si riscontra anche sulla facciata dei templi prospicienti l'area dove sorgeva l'esedra, sui quali si possono notare bassorilievi con soggetti che rimandano al suddetto stile. Di notevole pregio lo splendido ritratto di Antinoo-Osiride in quarzite rossa prestato per l’occasione dalla Staatliche Kunstsammlungen di Dresda.
 

Ma il  suo mito  sopravvive ad Adriano, al tempo e alla storia. L'ultima sezione infatti vuole porre l’accento sulla fortuna di Antinoo attraverso i secoli e sull’influenza che il suo nome ebbe nella produzione artistica fino a tempi più recenti, assunto a simbolo di grazia efebica e giovanile avvenenza, e prestato all’arte che volle plasmare la materia a sua immagine. Un fascino che perdura nel tempo. Infatti tra i prestiti concessi in occasione della mostra si può ammirare uno dei preziosi volumi del "Viaggio pittorico di Villa Adriana" di Agostino Penna del 1831 - 36, che contiene un bellissimo ritratto di Antinoo, oggi conservato presso i Musei Vaticani, nella Sala della Rotonda.
Ma il nome di Antinoo raggiunge mete più elevate, risuona negli spazi siderei fino a fissarsi tra le stelle, celebrato come un giovane semidio tra le costellazioni della volta celeste.
 
 

 

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