domenica 7 dicembre 2014

Lauro Papale “Geo metrica mente – percorsi confluenti”




Lauro Papale presenta la personale “geo metrica mente – percorsi confluenti”.



In mostra fino al 13 dicembre alla galleria Vittoria di Roma una selezione di lavori realizzati in ceramica seguendo il procedimento dell'antica tecnica Raku. 


Galleria Vittoria
Via Margutta 103 ,Roma

(testo e foto Rosa Orsini)

Il titolo racchiude in sé la filosofia intrinseca dei lavori di Lauro Papale.
Il termine Geo, la terra e quindi l'argilla, plasmata dalle sapienti mani dell'artista, si fonde con metrica a comporre la parola geometria,e quindi sezione, il segno che caratterizza la figura astratta o scomposta. Infine mente, l'idea che elabora, l'embrione creativo che genera l'opera finita, realizzata tramite la trasformazione della materia da inerme a figura plastica, da polvere a volume.
Astrattismo, simbolismo ma anche arte figurativa, benché riformulata da una personale interpretazione, connotano il lavoro dell'artista. Alla base un lungo percorso di ricerca e sperimentazione. Lauro Papale coglie nel segno e nella forma suggeriti dalle molteplici riproduzioni della natura la fonte ispirativa della sua arte, aspira quindi al compimento di un ordine armonico che ritroviamo in ogni singolo aspetto di vita e di forma. Nei suoi lavori emerge la genesi catartica dell'idea riconducibile all'albore dei tempi.
Individuale versione del linguaggio in cui la sintesi a cui l'idea in gestazione confluisce tramite l'opera ultimata si impernia di elementi culturali pervenutici da antiche civiltà che, attraverso la lavorazione della materia, determinano il profilo unico e distinguibile della sua arte.
Contaminazioni di civiltà passate come quelle precolombiane rivivono nella ceramica Raku, di antica matrice orientale, utilizzata per creare le tazze della sacra cerimonia del tè. Due civiltà agli opposti, geograficamente e culturalmente, distinte da proprie e peculiari pratiche e conoscenze artistiche. In questo dialogo interculturale si uniscono rituali sacri e simboli pagani accomunati dalla scelta della materia, ossia l'argilla, lavorata in maniera sublime in virtù di un procedimento affinato nel corso dei secoli.
Papale subisce la fascinazione della tecnica Raku, allettato dalla manipolazione dell'argilla e dal metodo di lavorazione, che porta ad eccellente risultati di smaltatura e lucidità della superficie. Guardando al passato riproduce oggetti intrisi di una sacralità antica, tipica delle civiltà americane: totem, profili di guerrieri, personificazioni divine, animali e uccelli. Plasticità e forma, cromaticità e tridimensionalità sono la risultanza di queste sculture smaltate che riflettono alla luce le mille sfaccettature colorate assemblate nell'impasto.
Equazioni di un linguaggio espressivo, di volumi plastici dove la figura, ruotando intorno ad un perno, concede allo spettatore più punti di osservazione. Dove la tecnica smaltata appare perfetta nella sua uniformità. L'armonia risultante dalle composizioni geometriche, dai tasselli colorati e dalle infinite combinazioni cromatiche, richiama ad allitterazioni visive di oggetti, forme e semplici segni di retaggio ancestrale.
L'artista non nega che il suo percorso di studio, arricchito nel corso degli anni da conoscenze artistiche di matrice classica quanto provenienti da civiltà lontane oltre i confini fisici del nostro paese, abbia permesso di raggiungere appieno quella maturità artistica che oggi caratterizza i suoi lavori. Papale nasce come pittore e questa competenza emerge dal sapiente accostamento dei colori, dalle basi cromatiche che accentua per dare profondità e volume alla figura. Trasferisce la sua competenza nella ceramica per poi dedicarsi alla scultura del ferro che si presta ad assumere la forma di un segno, ad interpretare il simbolo.
A monte l'Idea precostituita, abbozzata su modellini di carta o negli studi preparatori dei lavori su legno. E, per quanto riguarda la ceramica, anche fortuita combinazione degli elementi dovuta al rimpasto dell'argilla. Infine l'opera finita che emerge dal metodo di cottura e raffreddamento. Passaggi lenti, attenti e scrupolosi dettati dalla preziosa tecnica ceramica, raffinata e delicata.
La mostra allestita all'interno della galleria Vittoria si compone quindi di figure scomposte, di composizioni astratte di linee, di curve e di segni, nelle quali confluiscono le sinergie di una dialettica interculturale antica quanto il mondo a cui apparteniamo. Globalizzazione di un linguaggio che ricalca le impronte di civiltà agli antipodi che affondano le radici nel passato, ma che cavalca anche la contemporaneità del nostro secolo.


 

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