Cleopatra, Roma e l'incantesimo dell'Egitto
Chiostro del Bramante
A quattro anni di
distanza dalla mostra dedicata a Giulio Cesare, il Chiostro del
Bramante celebra la sua famosa amante, Cleopatra, ultima regina
d'Egitto.
Fino al 2 febbraio sarà possibile ammirare un'interessante mostra archeologica allestita nelle sale interne che omaggia questo grande personaggio, la cui storia si confonde tra realtà e mito. Leggendaria era la sua bellezza caratterizzata da un profilo importante, alleggerita se non ridimensionata dalle parole dello storico Plutarco, che ne elogia invece una bellezza discreta e un fascino derivante dall'essere una grande regina, colta e raffinata. Leggendaria è la sua tragica morte, causata dal morso di un cobra velenoso, l'aspide. Gesto estremo e coraggioso che forse non corrisponde alla realtà. Leggendaria e misteriosa è infine anche la sua tomba: gli archeologi non sono riusciti a riportare alla luce il famoso mausoleo a forma quadrata costruito nel giardino del suo palazzo ad Alessandria.
Si tratta di una mostra archeologica che racconta attraverso l'esposizione di reperti provenienti dai grandi musei europei quali il Louvre e il Kunsthistoriches Museum di Vienna, nonché da collezioni private, il rapporto tra l'Egitto e Roma, da Cesare fino alla fine della repubblica, nonché la contaminazione culturale tra i due grandi popoli che si fronteggiarono sulle acque del mediterraneo. Contaminazione che porta Roma ad assimilare e a divulgare, con l'avvento dell'impero di Augusto, acerrimo nemico di Cleopatra, i costumi e i culti egiziani sul suo vasto territorio, fino ad allora profondamente legato alle tradizioni repubblicane e italiche.
Fino al 2 febbraio sarà possibile ammirare un'interessante mostra archeologica allestita nelle sale interne che omaggia questo grande personaggio, la cui storia si confonde tra realtà e mito. Leggendaria era la sua bellezza caratterizzata da un profilo importante, alleggerita se non ridimensionata dalle parole dello storico Plutarco, che ne elogia invece una bellezza discreta e un fascino derivante dall'essere una grande regina, colta e raffinata. Leggendaria è la sua tragica morte, causata dal morso di un cobra velenoso, l'aspide. Gesto estremo e coraggioso che forse non corrisponde alla realtà. Leggendaria e misteriosa è infine anche la sua tomba: gli archeologi non sono riusciti a riportare alla luce il famoso mausoleo a forma quadrata costruito nel giardino del suo palazzo ad Alessandria.
Si tratta di una mostra archeologica che racconta attraverso l'esposizione di reperti provenienti dai grandi musei europei quali il Louvre e il Kunsthistoriches Museum di Vienna, nonché da collezioni private, il rapporto tra l'Egitto e Roma, da Cesare fino alla fine della repubblica, nonché la contaminazione culturale tra i due grandi popoli che si fronteggiarono sulle acque del mediterraneo. Contaminazione che porta Roma ad assimilare e a divulgare, con l'avvento dell'impero di Augusto, acerrimo nemico di Cleopatra, i costumi e i culti egiziani sul suo vasto territorio, fino ad allora profondamente legato alle tradizioni repubblicane e italiche.
La mostra, curata dal
prof. Giovanni Gentili, "mira ad inquadrare il personaggio dal punto
di vista storico, sotto una luce diversa e nuova rispetto all'idea
popolare e spettacolare che abbiamo della sovrana e che ci è
pervenuta dalle immagini cinematografiche e stereotipate che la
propongono in veste ufficiale, circondata dalla sontuosità delle
grandi cerimonie ufficiali e religiose, come incarnazione vivente
della dea Iside." Cleopatra non era soltanto il personaggio
interpretato da Liz Taylor. Era una regina greca pertanto figlia di
una cultura ellenistica, vasta, raffinata, straordinaria, ma nel
contempo lambita dalle tante influenze straniere, greche, ebree e non
solo egiziane, che giungevano ad Alessandria, divenuto in quel
periodo storico il porto più importante del Mediterraneo. "Si è
cercato di costruire un ritratto non solo fisiognomico ma anche
completo della giovane sovrana, difficile da fare a causa del
tentativo di Augusto e degli storici filo augustei di trasformare se
non ridurne il peso storico, tramandando nei secoli l'immagine di una
donna dissoluta, dal fascino perverso e pericoloso, e non quella
della regina colta e capace come è stata realmente. Cleopatra cercò
invece per se stessa e per i suoi quattro figli, Cesarione avuto da
Giulio Cesare e gli altri tre avuti da Marco Antonio, di creare un
regno potente, svincolato dall'influenza e dalla prepotenza politica
di Roma, tant'è che verso la fine del suo breve regno, nel 34 A.C.
,il territorio da lei governato era immenso:si estendeva alla Siria e
all'Armenia fino all'Africa nord costiera."
Il contesto culturale è
ampio e abbraccia l'Egitto tolemaico nella fase più tarda e il
rapporto con Roma nella fase più cruciale della sua storia, ossia
quella del passaggio da repubblica a impero. Da questo incontro tra
la cultura romana e quella egizio alessandrina nasce la Roma
imperiale che ne porterà i segni per un lungo periodo. La mostra
riesce ad illustrare tutto questo mettendo insieme materiali di
vario genere, quindi non soltanto opere particolarmente importanti,
conosciute e sensazionali ma un ventaglio notevole di materiali
archeologici disponibili, dagli oggetti suntuari a quelli di maggior
uso quotidiano, dai ritratti ufficiali dei sovrani tolemaici alle
medaglie commemorative. Lo vedremo nell'arte, nella religione, nei
vari prodotti e manufatti di cui la mostra offre un'interessante
campionatura. Cammei ori, pezzi straordinari, incredibili, pietre
preziosi, sculture, graniti. Notevole il contributo dei musei e dei
privati che hanno arricchito la mostra con pezzi unici e mai esposti
prima. Quanto il mondo ellenistico alessandrino abbiano influito su
Roma e sulla cultura del tempo si può vedere attraverso una sezione
dedicata ai sovrani ellenistici a partire da Alessandro Magno,
fondatore della dinastia, di cui è esposto un magnifico busto
proveniente dal Louvre e un altro dal Museo Nazionale Romano Palazzo Massimo alle Terme,
e poi Cleopatra, Cesarione e altri sovrani meno conosciuti come
Berenice, Cleopatra IV, Tolomeo X e XI. Segue una sezione dedicata
all'Egitto tolemaico, ai culti tradizionali nonché quelli egiziani
come Iside e Serapide e i culti funerari, per poi giungere alla
sezione dedicata alle arti alessandrine, con marmi, bronzi, ceramiche
e oreficerie straordinarie. Infine l'impero romano conquistato
dall'egittomania. Non solo Roma ma anche Pompei, Pozzuoli si
abbelliscono di affreschi, statue, che rimandano a temi e culti
egiziani e lo stesso Augusto fa dipingere le sale della sua villa al
Palatino con temi egiziani e lui stesso si fa ritratte come faraone
con tanto di tiara sul capo.
Il percorso della mostra
è breve, le sale del chiostro hanno costretto gli organizzatori e il
curatore ad una scelta essenziale. Si tratta di una mostra costruita
pezzo per pezzo, attraverso un allestimento moderno che si avvale di
illuminazioni all'avanguardia realizzate con dei led particolari ad
opera della società Silvania. Il percorso espositivo è accompagnato
da filmati che narrrano la storia e ciò che i reperti non arrivano a
raccontare. Valerio Massimo Manfredi famoso studioso e divulgatore
della storia romana è stato coinvolto in questo progetto. Inoltre
per una migliore comprensione sarà regalato a ogni visitatore
l'audio guida.