Robert Capa: cronache di guerra sul suolo italiano
3 ottobre 2013- 6 gennaio 2014
Museo di Roma – Palazzo
Braschi
di Rosa Orsini (blogger)
Inaugurata il 2 ottobre a
Palazzo Braschi in presenza delle autorità ungheresi e della
Sovrintendenza Capitolina, la mostra espone per la prima volta in
Italia 78 fotografie scattate da Robert Capa, al secolo Endre
Friedmann, uno dei più celebri fotografi del xx secolo se non di
tutti i tempi.
Con l'occasione si celebra un doppio anniversario: il centenario della nascita del celebre fotografo (nato a Budapest nel 1913), considerato il padre del fotogiornalismo, e il settantennio dello sbarco delle truppe anglo-americane in Italia.
Con l'occasione si celebra un doppio anniversario: il centenario della nascita del celebre fotografo (nato a Budapest nel 1913), considerato il padre del fotogiornalismo, e il settantennio dello sbarco delle truppe anglo-americane in Italia.
Nell'ambito dell'anno
culturale Ungheria- Italia 2013 il governo ungherese ha pensato di
proporre un soggetto unico nel suo genere per suggellare il legame
umanistico tra i due popoli. La scelta, meditata con l'intento di
trovare un punto in comune con la storia italiana, è caduta sul
lavoro di un artista carico di quell'umanità e quella sensibilità
propria dei popoli dell'Europa orientale.
Come ha sottolineato il
Vice Sottosegretario di Stato per gli Affari Economici del Ministero
elle Risorse Umane d'Ungheria Ferenc Bathò da secoli intercorre una
profonda amicizia tra i due popoli che si intende rafforzare. Varie
sono state le iniziative in ambito culturale che hanno visto esporre
in Italia le opere dei loro grandi artisti moderni e contemporanei e
oggi sono orgogliosi di portare a Roma un grande e talentuoso artista
della loro terra che con i suoi scatti fotografici ha immortalato
scene di vita che appartengono alla storia italiana.
autorità |
Considerato il padre del
fotogiornalismo, al quale seppe dare una nuova veste e una precisa
direzione, Robert Capa fondò nel 1947 a Parigi la Magnum Photos, che
diverrà una delle più importanti agenzie fotografiche del mondo.
Capa fu un grande corrispondente di guerra. In quarant'anni di vita,
tragicamente conclusa nel 1954 per lo scoppio di una mina in terreno
vietnamita durante la prima guerra d'Indocina, ha immortalato con le
sue foto i momenti drammatici dei cinque grandi confitti che hanno
insanguinato i primi cinquant'anni del secolo scorso. Capa, ossia
“Squalo”, soprannome che gli venne attribuito dagli amici e che
divenne il suo nome di battaglia, fu presente sempre in prima linea,
vivendo tra i soldati sui campi di battaglia, pronto a cogliere con
il suo obiettivo l'anima degli uomini che parteciparono tragicamente
alle atrocità della guerra, militari e civili, uomini e donne,
vecchi e bambini. Dotato di una personalità fuori del comune, Capa
amava profondamente la sua professione. Fotografare il mondo era la
sua ragione di vita. Fu quindi cronista e testimone oculare di
momenti che sono passati alla storia. Oggi possiamo guardare queste
immagini come frammenti di uno specchio in cui si riflettono mondi
interi e gli orrori delle guerre che hanno imperversato nei cinque
continenti.
Ma cosa lega Robert Capa
all'Italia? E' presto detto. Durante la sua breve vita Capa scattò
circa settantamila fotografie in 23 paesi che furono teatro di
guerra. Alcune di queste, nello specifico 78, furono scattate sul
suolo italiano durante la seconda guerra mondiale. Infatti, in veste
di corrispondente di guerra accreditato presso le truppe americane,
Capa fu protagonista dello sbarco delle truppe anglo- americane ad
Anzio per liberare l'Italia dagli orrori commessi dal nazifascismo.
Oggi quella realtà così
lontana prende nuovamente vita attraverso questa interessantissima
mostra che vede esporre le suddette foto al Museo di Roma di palazzo
Braschi, fiore all'occhiello dei musei della capitale che per
l'occasione apre finalmente al pubblico, dopo un lungo restauro, i
saloni del secondo piano predisposti per l'allestimento delle mostre
temporanee. Le fotografie fanno parte della Master Selection, una
raccolta di 957 scatti selezionati dal fratello di Robert Capa,
Cornell e dal biografo Richard Whelan tra le migliaia realizzate
nell'arco della sua attività di fotoreporter, di cui esistono
soltanto tre copie al mondo oggi conservate presso l'International
Center of Photography di New York, il Tokyo Art Museum e il Museo
Nazionale Ungherese di Budapest. Quest'ultimo ha prestato le sue,
acquistate nel 2009 dall'International Center of Photography di New
York, per l'allestimento di questo importante evento, curata da
Beatrix Lengyel, capo ufficio dell'Archivio Storico Fotografico del
Museo Nazionale Ungherese, che ha visto la partecipazione della
Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, del Ministero delle
Risorse Umane d'Ungheria, dell'Ambasciata d'Ungheria e dell'Accademia
d'Ungheria a Roma, e che rimarrà in mostra fino al 6 gennaio 2014.
La guerra vista
attraverso la lente di un obiettivo fotografico, scatti che fissano
momenti esaltanti e terrificanti, di gioia e di dolore. Scene
drammatiche di vita vissuta e quel sottile confine tra la vita e
la morte che si delinea tra le macerie dei bombardamenti, tra le
strade disastrate, sui campi di battaglia, negli ospedali di fortuna
accampati nelle chiese. Immagini tanto forti quanto ricche di una
profonda umanità che ci cattura e ci emoziona perché risveglia in
noi l'orrore della guerra e la compassione per le vittime.
Capa ha immortalato la
salita dei paracadutisti dalla Tunisia alla Sicilia, la resa di
Palermo, l'assedio di Troina, i funerali degli studenti napoletani,
le difficoltà sulla via verso Montecassino, l'Italia sconvolta dal
secondo conflitto mondiale, ormai prossima alla miseria e alla
disperazione, che festosamente accoglie le truppe anglo americane,
finalmente libera dalle atrocità nazifasciste.
Un tuffo nella storia
del nostro paese attraverso immagini in bianco e nero catturate da un
obiettivo, uno vetro trasparente che riflette le espressioni di gioia
e di dolore dei volti segnati dalle atrocità della guerra, siano
soldati o civili, italiani, americani e tedeschi, protagonisti attivi
e passivi, vittime e carnefici. Capa fotografa soggetti
inconsapevoli di divenire loro stessi la storia del nostro paese
perché la storia è fatta di uomini, di vicende umane spesso
tralasciate dalla cronaca, e non di semplici frasi scritte sui libri.
Cosicché anche lui attraverso le sue fotografie diventa parte della
nostra storia Ecco dunque svelato il trait d'union dei due paesi che
oggi con orgoglio e commozione presentano al pubblico questo grande
personaggio della cultura ungherese.