Una grande passione per l'illustrazione fantasy e una esperienza con il mercato americano del fumetto.
(testo Rosa Orsini)
Durante SpazioCimaComics
sono rimasta colpita dai disegni di Francesco Di Pastena, giovane
illustratore romano. I suoi disegni colorati accendevano la parete di
una sala interna della galleria, tappezzata di fumetti in bianco e
nero. Immagini di guerrieri in combattimento, torri medievali e donne
guerriere dalle ali d'angelo emergevano dallo sfondo. Richiamavano
l'attenzione del visitatore evocando scenari fantasy.
Così ho cercato, domandando all'organizzatore dell'evento, di poterlo conoscere. Io adoro il fantasy e i disegni di Francesco rispecchiano il gusto di chi come me ricerca nel soggetto e nella grafica quel particolare effetto visivo luminoso e patinato che emerge dalle scene rappresentante e quella forza sovrumana, quell'energia vitale sprigionata dai soggetti raffigurati. Disegni caratterizzati da una grafia perfetta nei particolari e nelle proporzioni, realizzati con una tecnica digitale che non abbandona la tradizione del disegno a favore delle scorciatoie supportate dai programmi computerizzati. In occasione della rassegna di fumetto allo Spaziocima di Roma, Francesco ha presentato le sue tavole a colori proponendosi al pubblico come illustratore fantasy. Un settore che spazia nel campo dei giochi di ruolo e nei video games e che oggi trova appeal presso le giovani generazioni, affascinati da mondi immaginari dove la magia regna suprema, abitati da eroi ed eroine, creature fantastiche, e personificazioni fantasmagoriche del bene e del male.
Così ho cercato, domandando all'organizzatore dell'evento, di poterlo conoscere. Io adoro il fantasy e i disegni di Francesco rispecchiano il gusto di chi come me ricerca nel soggetto e nella grafica quel particolare effetto visivo luminoso e patinato che emerge dalle scene rappresentante e quella forza sovrumana, quell'energia vitale sprigionata dai soggetti raffigurati. Disegni caratterizzati da una grafia perfetta nei particolari e nelle proporzioni, realizzati con una tecnica digitale che non abbandona la tradizione del disegno a favore delle scorciatoie supportate dai programmi computerizzati. In occasione della rassegna di fumetto allo Spaziocima di Roma, Francesco ha presentato le sue tavole a colori proponendosi al pubblico come illustratore fantasy. Un settore che spazia nel campo dei giochi di ruolo e nei video games e che oggi trova appeal presso le giovani generazioni, affascinati da mondi immaginari dove la magia regna suprema, abitati da eroi ed eroine, creature fantastiche, e personificazioni fantasmagoriche del bene e del male.
Francesco vanta alle
spalle una formazione come illustratore ottenuta allo IED (Istituto
Europeo del Design) arricchita dagli studi come fumettista presso la
Scuola Romana del Fumetto. Due specializzazioni che spesso si
confondo tra loro ma che in realtà posseggono delle connotazioni
artistiche uniche e distintive. Dopo l'esperienza come fumettista
presso la rivista satirica “Male” e la breve ma intensa
collaborazione con una casa editrice americana del fumetto, oggi
Francesco promuove il suo nuovo percorso artistico incentrato sul
lavoro di illustratore, abbandonando una strada ormai conosciuta per
un mondo ancora da esplorare. Francesco ci descrive un lavoro fatto
spesso di precarietà ma mantenendo il sorriso e l'entusiasmo di chi
come lui vuole continuare a fare ciò che più gli piace. Da questo
incontro emerge un messaggio chiaro e profondo: spesso le esperienze
aiutano a capire quello che non vogliamo fare, non perché siano
negative ma piuttosto perché si rivelano illuminanti, ci chiariscono
le idee indicandoci la strada che vorremmo percorrere, la piega che
dobbiamo seguire seppur comoda e impervia. Anche se spesso
ricominciare sembra difficile.
Domanda: Come nasce la
passione per il disegno e qual è il tuo percorso artistico?
Francesco: Diciamo
che la passione del disegno nasce fin dall'infanzia. Mente la
passione per i fumetti me l'ha trasmessa mio cugino, che ha undici
anni più di me. È lui che mi ha fatto conoscere i fantasy, i
giochi di ruolo, i video games. È stato il mio mentore e per lungo
tempo un modello da emulare. Crescendo ho coltivato anche altre
passioni e ho frequentato delle scuole di settore. Ho fatto un corso
di illustrazione allo IED per poi cambiare direzione iscrivendomi
alla Scuola Romana per il Fumetto. Una storia abbastanza banale.
Penso che tutti quanti abbiamo avuto più o meno lo stesso percorso
formativo.
D: Qual è invece il
tuo percorso professionale?
Francesco: Uno dei
miei primi lavori importanti è stato con “Male”, la rivista
satirica di Vauro e Vincino. Una collaborazione che è durata quasi
due anni. All'inizio era più legata legata all'illustrazione.
Infatti illustravo dei racconti brevi di Nicolai Lilin. Dopo di che
mi hanno spostato in una rubrica in cui si facevano interviste dove
realizzavo anche i ritratti delle persone intervistate, dato che ero
l''unico illustratore realistico insieme a Tanino Liberatore. Dopo
questa esperienza, finita perché “Male” ha chiuso i battenti,
ho ripreso la passione che avevo da bambino, ossia il fumetto.
Durante la scuola avevo già avuto modo di praticarlo a livello
professionale con delle pubblicazioni indipendenti. La mattina
studiavo e di pomeriggio lavoravo. Poi ho avuto la possibilità di
collaborare con la Zenescope Entertainement. Hanno visto i miei
lavori su internet e mi hanno proposto di lavorare con loro.
Un'esperienza con il mercato americano delucidante e formativa. Un
bel battesimo di fuoco.
D: Come lavorano gli
americano rispetto a noi italiani?
Francesco: Hanno
dei ritmi molto più accelerati dei nostri. Forse guardano un po'
meno alla qualità e più al prodotto finito, anche se è brutto e
forse neanche corretto dirlo in questo modo. Prevale una mentalità
imprenditoriale. C'è il prodotto da creare anche se i limiti di
tempo sono brevi.
D: Per quanto tempo
hai lavorato in America?
Fancesco: Per un
anno. Dopo di che sono andato via proprio a causa di quei ritmi
lavorativi. Non mi piacevano perché non mi sentivo capace di
produrre dei prodotti di qualità all'altezza di quelle che sono le
mie reali possibilità. Ma quell'esperienza mi ha anche fatto capire
che il fumetto non era proprio il lavoro che volevo fare. Non mi
trovavo in quell'ambiente artistico. Cosicché ho deciso di fermarmi
e puntare sull'illustrazione fantasy che è quello che mi è sempre
piaciuto fare.
D: Parliamo quindi
dell'illustrazione. Riguardo al disegno, si tratta di una grafica
realizzata con il computer?
Francesco: Sì. Io
lavoro in digitale. Questi lavori sono realizzati con il computer.
Però avendo un'impostazione tradizionale il mio modo di usare il
digitale in realtà è un po' atipico. Perché ci sarebbero tante
scorciatoie, tanti trucchi che si potrebbero usare e che forse farei
meglio ad usare, ma la mia impostazione mi porta a preferire la
tecnica classica.
D: Questi lavori
esposti, di carattere fantasy, fanno parte di un progetto
particolare?
Francesco: Si
tratta principalmente di promozione perché sto cercando di
introdurmi in maniera seria in questo settore di mercato. Ma mentre
nel fumetto, avendo acquisito esperienza, avevo delle conoscenze,
degli agganci a cui far riferimento, qui mi trovo agli inizi con
tutte le difficoltà che comporta. Diciamo che sto bussando a varie
porte sperando che mi si aprano possibilità lavorative un po' più
concrete.
Domanda: Quali sono
quindi le tue ambizioni lavorative?
Francesco:
Riuscire a trovare stabilità economica facendo quello che più mi
piace, in questo caso l'illustratore fantasy, rivolgendo lo sguardo
anche ai giochi di ruolo e da tavolo o ai video giochi, che sono
stati parte della mia formazione artistica e che mi accompagnano
tutt'ora ora. Oggi il fantasy è un soggetto che richiama molto il
pubblico dei giovani. Grazie sopratutto alla trilogia di Tolkien è
tornato in voga. E ciò da un certo punto di vista è stato
una fortuna per noi illustratori.
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