Adam Marusic, pittore senza frontiere, rende il suo particolare omaggio alla città croata, famosa per i suoi bellissimi tramonti.
Dal
25 giugno al 9 luglio 2015
Spaziocima
Via
Ombrone 9, Roma
(testo Rosa Orsini)
L'artista Adam Marusic rende omaggio alla città croata con la personale “Zara plesasure”, in programma alla galleria Spaziocima di Roma fino al prossimo 9 luglio.
L'artista Adam Marusic rende omaggio alla città croata con la personale “Zara plesasure”, in programma alla galleria Spaziocima di Roma fino al prossimo 9 luglio.
Affascinato
dai colori e dagli effetti rilucenti del sole, l'artista realizza
superbi quadri permeati dalle tonalità accese del rosso, del verde e
del turchese, che graffiano la tela intersecandola di taglio e in
perpendicolare. Composizioni che rimandano ai tramonti incendiati
della costa dalmata e ai riflessi accecanti del sole. Marusic dipinge
le vibrazioni della luce sotto il cielo di Zara, interpretando
le impressioni emotive suscitate dalla città, vestendola di luce e
di oro, di calore e di temperamento.
A
distanza di anni di assenza dall'Italia, si presenta per Marusic
l'occasione di una breve incursione nella capitale per proporre i
suoi lavori. Oggi risiede a Zara, dove
ricopre il ruolo di professore ordinario di
pittura e scenografia nella nuova Scuola d’Arte Applicata e Design
di Zara, ma per lunghi anni ha vissuto in Italia, lavorando
come artista e aiuto scenografo negli studi cinematografici di
Cinecittà, della De Paolis, della Dino de Laurentis, a fianco dei
più importanti registi italiani come Dario Argento e Sergio
Corbucci. Marusic ha all'attivo 18
mostre personali e 60 collettive in Croazia e in Italia. Un rapporto
simbiotico con i due paesi, un legame affettivo che riallaccia ogni
qualvolta, attraverso mostre e conferenze, riapre il dialogo di
multiculturalità tra le due sponde.
Marusic
è membro dell'esecutivo della Comunità degli Italiani come
consulente e curatore culturale. Non a caso oggi è proprio la
comunità a farsi portavoce del progetto di scambio interculturale
che trova spazio e visibilità nella location di Roberta Cima.
Non
solo Marusic ma anche Zara, soprattutto Zara, con i suoi tramonti e
il profilo di una città lagunare, gemella adriatica della nostra
Venezia, si pone al centro dell'attenzione, affacciandosi sul
proscenio della galleria per annunciare e promuovere le sue bellezze,
accattivante e seducente come una bella donna a caccia di conquiste.
Zara, perla della Croazia che non rinnega la sua italianità bensì
rinnova l'appartenenza alla nostra cultura con orgoglio, soprattutto
per voce di chi l'ha scelta come seconda patria.
Spaziocima
chiude la stagione e lo fa in grande stile con questa mostra evento
che ha coinvolto le massime istituzioni del comune di Zara. Presenti
all'inaugurazione il Presidente del Consiglio Comunale di Zara Draden
Grgurovic e il Direttore dell'Ente turistico di Zara Svonko Supe,
nonché i rappresentanti dell'Ambasciata croata a Roma.
Un
grande successo per Roberta Cima che ha da poco festeggiato un anno
dall'apertura del suo spazio polifunzionale nel quartiere Coppedè.
Roberta ha centrato l'obiettivo: restituire al noto quartiere un
ruolo di primo piano nell'ambito degli eventi culturali della
capitale.
Partecipa
alla serata anche la sig.ra Rina Villani, Presidente della Comunità
Italiana di Zara, che ci parla delle iniziative e degli intenti che
si prefigge la comunità autoctona italiana, presente da generazioni
nella città dalmata, fin da quando essa era di nazionalità
italiana.
“Noi
come comunità italiana a Zara siamo conosciuti come italiani
autoctoni, parliamo dunque degli italiani più anziani che sono nati
a Zara quando era italiana, che sono italiani da generazioni....Come
comunità degli italiani cerchiamo di promuovere, di fare qualcosa
che rappresenti Zara all'estero e, viceversa, portare il più
possibile la cultura italiana a Zara, vista da tanti lati. Attraverso
ad esempio la giornata della cultura italiana, la settimana della
lingua italiana e tante altre iniziative, che vanno comunque ad
arricchire un tessuto culturale già integrato. Tutto questo grazie
al Ministero degli Esteri italiano che ha contribuito a far sì che
la tradizione linguistica e il carattere di italianità continui ad
essere presente nella zona.”
“In
fondo – afferma -
come popoli siamo molto simili. Non solo per il mangiare, parliamo
della tipica alimentazione mediterranea, ma soprattutto per il
temperamento e l'ospitalità. Inoltre Zara sembra una piccola città
italiana, conserva tante caratteristiche di Venezia, a cui è
appartenuta, con le callette, e i leoni marciani”.
La
mostra di Marusic, curata da Romina Guidelli, si inserisce dunque
all'interno di questo progetto, promosso anche dall'Unione italiana e
dall'Università Popolare di Trieste.
“Zara
Pleasure” è un'esplosione di colori riversati sulle tele a cui
l'artista conferisce direzioni diverse. Marusic perviene, attraverso
una profonda ricerca cromatica, ad una rappresentazione onirico-
metafisica del paesaggio, astratta ed informale, che lascia
intravedere i profili architettonici della città immersa nel
tramonto. Tele su cui appone colori ad olio ed acrilico, oppure carte
incolate, formando dei collages luminosi
“imbevuti di colore
e di vento”.
Le
gradualità cromatiche, le pennellate oblique che come tratti o
frammenti di colore rappresentano i fasci di luce che attraversano il
cielo di Zara incendiato dai suggestivi tramonti che lo
caratterizzano, sono grafie di un linguaggio poetico con cui Marusic
comunica l'estasi visiva.
La
luce è il tema centrale intorno al quale ruota la tematica
dell'artista: la luce che acceca, che confonde l'orizzonte,
sommergendolo con colori pastello, attraversando l'iride di un
arcobaleno impazzito che emerge e predomina sulla tela. La solarità,
testimone del carattere positivo dell'artista, emerge anche nei
collages di carattere informale.
Sullo
sfondo elementi architettonici, silhouette evanescenti avvolte nel
colore, a comporre lontane campiture che sfuggono alla percezione ma
non ad uno sguardo attento e concentrato sulla tela. Prospettive
lontane, capovolte, affascinanti e suggestive, magistralmente
armonizzate nell'insieme pittorico. Non solo il colore ma anche
oggetti fluttuanti nell'aria entrano a far parte dell'inquadratura,
come soggetti metafisici, percezioni visive che ritornano
frequentemente a completare lo sfondo dei quadri.
L'opera
è pervasa da una mutazione cromatica che scandisce il tempo, lo
sospende, lo cattura e lo interpreta. Scrive la curatrice Romina
Guidelli:
“La
sua pittura interpreta l’istante in cui questa tocca gli elementi
che compongono lo scorcio di un paesaggio o l’oggetto casuale che
entra a far parte dell’inquadratura, rendendoli soggetti vivi e
partecipi di un tempo presente: il tempo d’accadimento
dell’opera.... un tempo in divenire che accade nell’esatto
momento della creazione, eppure, comunica il suo ineluttabile
trascorrere.”
Marusic
cattura il tempo, o meglio frammenti di tempo, l'ora in cui il sole,
al culmine del suo riflesso forte e vibrante, esplode in
un'iridescenza selvaggia e dominante.
Domanda:
Si tratta di opere in cui prevale l'uso di colori molto accesi. Il
tuo lavoro è il risultato di un'impressione che conservi nella
memoria oppure è ispirato dal momento, dal paesaggio che osservi
dalla finestra o quando passeggi per Zara?
Adam:
Il paesaggio è un soggetto mi è sempre interessato. Però Zara
stimola ancor di più la mia vocazione per il colore, perché i suoi
tramonti sono i più famosi d'Europa. Di conseguenza, dipingendo
questa tematica, è possibile che un pittore o un poeta si innamori
dei suoi colori. Vivendo là praticamente è successo questo. Nei
miei lavori ho fatto un assemblaggio, unendo un astratto informale
con le carte volanti che si vedono in giro, che sembrano esseri
fluttuanti nell'aria. E infine ho unito il tramonto.
D:
La tua pittura si basa su delle impressioni emotive. C'è molta
solarità e l'uso di questi colori accesi dimostra una tua positività
caratteriale.
Adam:
In pratica sì, ho un carattere
positivo. Dalle cose difficili riesco sempre a trovare un varco e a
risolvere i problemi. Non avendo l'estro dello scrittore, riesco ad
interpretare questi stati d'animo, che poi in fondo sono positivi,
con la pittura. Ma sono sempre stato un colorista.
Domanda:
Qual è la tecnica che preferisci?
Adam:
Preferisco la tecnica ad
olio, ma uso l'acrilico per produrre certi effetti che con l'olio
spesso non si possono ottenere, specie nell'arte moderna. Oggi, a
differenza di ieri, si possono unire le due tecniche. Non è più
come una volta che si usavano separatamente.
D:
Nei tuoi quadri inserisci elementi difficili da interpretare. Ad
esempio in “Forma vicino al mare” appare un oggetto che sembra un
foglio accartocciato. Che cosa sta a significare?
Adam:
Si tratta di un oggetto
dell'inconscio. C'è un riflesso metafisico del pensiero. Questa
forma è antichissima. Ho incominciato ad usarla trentacinque anni
fa, l'ho stilizzata, usandola anche nei collages, in monocromia, ma
anche in più strati con impasti grossi. Adesso l'ho perfezionata e
l'ho attivata nel paesaggio di Zara, inserendola nei tramonti. Un
altro quadro “Spazio fluttante a Zara” rimanda alla stessa
figura. Ma è più povera del contesto pittorico che rispecchia
il fondale di un tramonto con una silhouette di Zara e della
penisola.
D:
Ho notato che utilizzi anche una tecnica mista, dei collage con la
carta.
Adam:
Prima usavo molto il collage.
Facevo grosse tele in monocromia, molte senza colore. Un
informale proprio degli anni 50-60, molto in voga in Europa e che io
ho interpretato, personalizzandolo e applicandolo diversamente con
questa carta sgualcita.
D:
La tua praticamene è una pittura molto astratta. Nei tuoi lavori è
mai entrato il figurativo?
Adam:
Sì, soprattutto dal 70 fino all' 80. Poi ho lasciato questa
tematica perché apparteneva al periodo dell'Accademia, e ho
introdotto un astratto sperimentale, che ho portato avanti secondo
le esigenze e le tematiche. Ho usato un astratto che era anche
lirico, poetico.
D:
Oggi rappresenti la tua città, c'è una punta di orgoglio per essere
stato scelto come simbolo della cultura croata?
Adam:
Sì certo, in questo contesto sì. C'è molto interesse da parte
della gente e delle istituzioni che mi hanno accolto qui, in Italia.
Ho vissuto molto tempo in Italia, ma poi sono tornato a Zara per
motivi personali. Cerco di ritornare spesso, malgrado gli impegni con
la scuola. Oggi sono riuscito a
ricucire i rapporti con le gallerie, sia vecchie che nuove, come
SpazioCima, anche se è difficile, non avendo uno studio in Italia.
Questa
mostra, appena terminata, sarà trasferita al Palazzo dei Convegni a
Jesi, patrocinata dal comune. Un'occasione per allacciare i rapporti
tra i comuni di Zara e Jesi. Cerchiamo di proporre un'arte senza
frontiere, se così si può dire, in cui si possano adoperare tutti,
sia le istituzioni, sia le gallerie, creando eventi ed occasioni per
stare insieme alla gente, al di là di quelle che possono essere le
aspettative della mostra.
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