Piccoli mostriciattoli e paure nascoste. Un fumetto per conoscere se stessi e gli altri, che rivela una connotazione comune a tutti gli esseri umani: la paura di crescere.
(testo Rosa Orsini)
Oggi molti giovani
abbracciano il fumetto come professione, animati da una passione che
li accompagna fin da piccoli, e grazie ad alcune interessanti
iniziative editoriali riescono a realizzare il loro sogno, ossia
pubblicare una storia disegnata da loro, spesso anche ideata e
sceneggiata. “Marthe, le mie ombre” è uno tra questi
progetti che ha visto la luce nel 2013 grazie all'iniziativa della
Pro Glo Edizioni di Genova e sopratutto al talento di una giovane
disegnatrice romana, Giorgia Longo, formatasi alla Scuola Romana del
Fumetto.
Come tanti giovani ha intrapreso questa strada credendoci fermamente e aiutata anche un po' dalla fortuna ha pubblicato questa piccola storia sceneggiata da un suo compagno di corso, Andrea Aprile. Un'idea nata in un pub davanti ad un boccale di birra con un piccolo bozzetto dei personaggi. Giorgia Longo ha un segno particolare ed originale, nel contempo molto delicato. Nonostante si tratti della sua prima pubblicazione, si nota una certa maestria nel disegnare le scene e i personaggi, creando un quadro scenografico preciso e pulito. E la sua Marthe, la protagonista del fumetto, sembra quasi assomigliarle in quanto si intravede in lei quella genuina fanciullezza di chi continua a guardare il mondo con occhi sognanti nonostante la vita la riporti duramente con i piedi per terra. Chi crea fumetti rimane sempre un po' fanciullo, una condizione necessaria per sdoganare la fantasia e inventare mondi immaginari e personaggi inverosimili. E a volte tramite il disegno si materializzano anche i propri spettri interiori. Ecco che il fumetto da semplice striscia diventa qualcosa di più profondo, pedagogico, sensibile alle problematiche degli adolescenti che possono così riconoscersi nella storia nonostante la presenza di elementi di per sé irreali e fantastici. “Marthe” ha delle connotazioni che lo portano ad un livello interpretativo maggiore di quanto ci si aspetti. Scorrendo le pagine e i disegni ti accorgi che dietro l'idea c'è e ti convince perché tocca le paure inconfessate, che ci imprigionano con i loro legacci e ci paralizzano di fronte agli ostacoli della vita. Marthe diventa quindi un libro di iniziazione alla vita dove la protagonista scopre che la paura è un sentimento condiviso con cui convivere e da cui non farsi annientare. Dove la timidezza non è un ostacolo ma un strumento prezioso che ci permette di entrare in empatia con l'altro elevando il rapporto su di un piano profondo ed emozionale. Infine lo spettro della paura abbandona le iniziali sembianze agghiaccianti per divenire una buffa creatura che scimmiotta i caratteri di chi la prova. Ho avuto modo di conoscere Giorgia alla rassegna del fumetto presso la galleria SpazioCima di Roma e così abbiamo parlato di come è nata l'idea di “Marthe le sue ombre”.
Come tanti giovani ha intrapreso questa strada credendoci fermamente e aiutata anche un po' dalla fortuna ha pubblicato questa piccola storia sceneggiata da un suo compagno di corso, Andrea Aprile. Un'idea nata in un pub davanti ad un boccale di birra con un piccolo bozzetto dei personaggi. Giorgia Longo ha un segno particolare ed originale, nel contempo molto delicato. Nonostante si tratti della sua prima pubblicazione, si nota una certa maestria nel disegnare le scene e i personaggi, creando un quadro scenografico preciso e pulito. E la sua Marthe, la protagonista del fumetto, sembra quasi assomigliarle in quanto si intravede in lei quella genuina fanciullezza di chi continua a guardare il mondo con occhi sognanti nonostante la vita la riporti duramente con i piedi per terra. Chi crea fumetti rimane sempre un po' fanciullo, una condizione necessaria per sdoganare la fantasia e inventare mondi immaginari e personaggi inverosimili. E a volte tramite il disegno si materializzano anche i propri spettri interiori. Ecco che il fumetto da semplice striscia diventa qualcosa di più profondo, pedagogico, sensibile alle problematiche degli adolescenti che possono così riconoscersi nella storia nonostante la presenza di elementi di per sé irreali e fantastici. “Marthe” ha delle connotazioni che lo portano ad un livello interpretativo maggiore di quanto ci si aspetti. Scorrendo le pagine e i disegni ti accorgi che dietro l'idea c'è e ti convince perché tocca le paure inconfessate, che ci imprigionano con i loro legacci e ci paralizzano di fronte agli ostacoli della vita. Marthe diventa quindi un libro di iniziazione alla vita dove la protagonista scopre che la paura è un sentimento condiviso con cui convivere e da cui non farsi annientare. Dove la timidezza non è un ostacolo ma un strumento prezioso che ci permette di entrare in empatia con l'altro elevando il rapporto su di un piano profondo ed emozionale. Infine lo spettro della paura abbandona le iniziali sembianze agghiaccianti per divenire una buffa creatura che scimmiotta i caratteri di chi la prova. Ho avuto modo di conoscere Giorgia alla rassegna del fumetto presso la galleria SpazioCima di Roma e così abbiamo parlato di come è nata l'idea di “Marthe le sue ombre”.
D:
Questa è la tua prima pubblicazione?
Giorgia:
Sì, si chiama “Marthe, le mie ombre”.
È la storia di questa ragazza di nome Marthe, un'adolescente come
tante, che vive nel suo mondo spensierato. Quando ad un certo punto
nella sua vita accade un fatto increscioso: i genitori si trovano
coinvolti in un grave incidente. Una situazione tragica che la porta
a chiudersi in se stessa, rifugiandosi dalla realtà. Perché non
riesce ad affrontare questa situazione per lei nuova e sconosciuta.
Ed è lì che inizia a vedere uno strano esserino che l'accompagna
ovunque lei vada. Man mano che la storia prosegue si scoprirà essere
la sua paura. Ma soltanto lei riesce a vederlo.
D:
Praticamente lei riesce a vedere quello che gli altri non vedono?
Giorgia:
Lei riesce a vedere le paure materializzarsi davanti ai suoi occhi,
non sole le sue ma anche quelle di chi le sta attorno. Questo proprio
perché l'episodio che ha coinvolto i genitori l'ha resa più
sensibile. Marthe si accorge che i suoi compagni di scuola, i suoi
amici sono accompagnati senza saperlo da questi strani esserini,
questi mostriciattoli. Perché fondamentalmente ognuno di loro, in
base al proprio carattere, ha una paura inconfessata. Poi piano
piano, grazie anche all'aiuto della sorella e del vicino di casa, un
giovane musicista che ha la sensibilità per comprendere il suo stato
d'animo, comincia ad affrontare la realtà e soprattutto la sua
paura. E quindi a crescere. Alla fine tutto si risolve per il meglio.
D:
La storia è nata dalla tua immaginazione oppure ti sei occupata
soltanto del disegno?
Giorgia:
Io ho fatto soltanto il disegno. La storia è nata in un pub.
Eravamo io e il mio compagno di classe, che poi è lo sceneggiatore,
Andrea Aprile. Gli ho mostrato dei disegni, tra cui un bozzetto con
questa bambina e il mostriciattolo intorno. E lui guardandoli mi ha
detto: “Mi sta venendo in mente un'idea. Domani te la scrivo.” E
così ha scritto il soggetto. La storia ci è piaciuta e abbiamo
iniziato questa avventura insieme. È nata così, con uno schizzo e
un boccale di birra.
D:
Con quale casa editrice avete pubblicato?
Giorgia:
Marthe è edito da un'associazione culturale di Genova che
si chiama Pro Glo Edizioni (Prospettiva Globale Edizioni).
Un'associazione senza scopo di lucro che reinveste quello che ricava
dalla vendita nella pubblicazione di altri fumetti. In questo caso
incentiva i nuovi autori, gli esordienti. Per ora “Marthe” è in
vendita sul sito della Pro Glo e su Amazon.
D:
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Giorgia:
Per adesso io e Andrea ci stiamo pensando, stiamo in fase elaborativa
e forse abbiamo un'idea. Continuiamo questa collaborazione perché ci
troviamo bene a lavorare insieme.
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