L'apoteosi |
mostra personale di pittura contemporanea
a cura
di Rosa Orsini
ROMA, PALAZZO ALBERTONI SPINOLA
sala Aventinus
Piazza Campitelli, 2
10/11/12 Maggio 2019
Vernissage venerdì 10 Maggio 2019
ore 17,30
con degustazione di vini della casa vinicola
sabato 11 e domenica 12 maggio
dalle ore 10,00 alle 19,30
COMUNICATO STAMPA
Dal soggettivismo all’oggettivismo
Valerio Giuffrè
Mostra
personale di pittura
Dal 10 al 12
maggio 2019
a cura di Rosa Orsini
In
collaborazione con Orsini Pubblicazioni
Arte Contemporanea
associazione
culturale per la diffusione dell’arte e dell’editoria
sponsor
CASALE DEL GIGLIO Società Agricola S.r.l.
Vernissage 10 maggio ore 17,30
Palazzo Albertoni Spinola, Sala
Aventinus
Piazza Campitelli 2, Roma
“Dal soggettivismo all’oggettivismo” è il
titolo della mostra personale dell’artista Valerio Giuffrè, In corso dal 10 al
12 maggio a palazzo Albertoni Spinola a Roma, nella sala Aventinus, al pian
terreno di questo storico e magnifico edificio del XVI secolo, progettato da
Giacomo della Porta e completato da Girolamo Rainaldi.
Viene presentato un corpus di 9 quadri, selezionati
dalla recente produzione dell’artista realizzata nel corso del 2018-2019, dove emerge
la potenza del segno astratto come tramite significativo di un pensiero
meditato, complesso, condizionato dalla dottrina zenoniana che Giuffrè eredità
e sviluppa come fondamento della sua dottrina filosofica. Giuffrè artista,
filosofo e divulgatore del pensiero neoeleatico, critico verso la teoria del
moto parmenidiano, da anni si esprime su terreni paralleli che impiegano arte e
filosofia. L’approccio all’astratto, dopo un iniziale periodo figurativo,
avviene nel 2000 in seguito all’incontro con il famoso critico e storico
dell’arte Ernesto D’Orsi, che riconosce la potenza innovativa della pittura di Giuffrè.
Un passaggio importante, significativo, che libera la sua creatività svincolandolo
dalla forma e che oggi determina la sua produzione pittorica.
I 9 quadri realizzati con colore
acrilico su tela suggeriscono all’osservatore il riflesso dell’universo
infinito, da cui tutto ha origine e a cui tutto ritorna. Tratto e colore
definiscono le campiture. Rigore e armonia emergono dalla composizione
debitamente compiuta come risultante ottimale della vis pittorica di Giuffrè.
Il segno è elevato a struttura
linguistica, sublimato non solo come elemento architettonico dell’impianto
pittorico, ma soprattutto come veicolo emozionale. Una pittura astratta che pur
negando ogni riproduzione naturalistica, esprime la natura delle cose, l’essenza
pura dell’essere in sé. Rivolgendo l’attenzione alla capacità intellettiva
dell’uomo, volutamente critica nei confronti della sua inerzia rispetto ad una ratio dominante che soffoca l’istinto, la
pittura in Giuffrè diviene soggetto e oggetto espressivo, capace di riformulare
un linguaggio che risveglia la capacità cognitiva della sensazione visiva,
In questi quadri l’oggettivazione del
soggetto - oggetto dipinto così come perviene agli occhi dell’osservatore prevale
rispetto ad una posizione soggettiva del soggetto - osservatore, frutto di una
speculazione ragionata, qui negata a vantaggio della sensazione, l’unica capace
di percepire la realtà delle cose. Tutto è concepito dal punto di vista
emozionale, così come la pennellata, fluida, gestuale, estemporanea, che rivela
la capacità intrinseca dell’artista di sperimentare ed impiegare le infinite
potenzialità del segno e del colore che, pur rimanendo nel limite dello spazio
e della tela seguendo la direttrice del tratto, si amalgamano e si coniugano
restituendoci la sensazione di un armonico connubio, dove tutto è immobile ed
immutabile nella sua perfezione.