Colore e suggestioni attraverso la tecnica dell'encausto. Un viaggio immaginifico nel modo dell'artista statunitense.
Dal 5-12-2013 al 16-01-2014
Galleria “la nube di OOrt”
via Principe Eugenio 60, Roma
Peter Flaccus al cntro |
di R. Orsini (Blogger)
Questa volta il nostro itinerario esplorativo nel mondo dell'arte contemporanea ci ha condotto in una piccola galleria d'arte del centro di Roma “La nube di OOrt” dove il il 5 dicembre è stata inaugurata la personale del pittore Peter Flaccus. L'artista, americano di nascita ma romano d'adozione, espone a Roma dopo quattro anni di silenzio una serie di dittici di grandi dimensioni realizzati attraverso una tecnica particolare, l'encausto, ossia l'uso della cera d'api.
Questa volta il nostro itinerario esplorativo nel mondo dell'arte contemporanea ci ha condotto in una piccola galleria d'arte del centro di Roma “La nube di OOrt” dove il il 5 dicembre è stata inaugurata la personale del pittore Peter Flaccus. L'artista, americano di nascita ma romano d'adozione, espone a Roma dopo quattro anni di silenzio una serie di dittici di grandi dimensioni realizzati attraverso una tecnica particolare, l'encausto, ossia l'uso della cera d'api.
L'utilizzo di questa
sostanza naturale, mischiata a pigmenti colorati, gli ha permesso di
comporre quadri dai suggestivi effetti cromatici, accesi e luminosi
nel contempo, con un effetto a balzo sul materiale d'appoggio
(masonite). Impressioni, luminosità, gettate di colore sul piano,
macchie fluide che si compongono casualmente sono alla base del suo
lavoro, frutto di una lunga e continua sperimentazione attraverso un
viaggio cognitivo dei materiali e dei suoi infiniti usi. Osservando i
suoi lavori siamo affascinati da singolari ed originali elaborazioni
visive che convincono e conquistano.
Titolo della mostra è
“la terra cambia”. I tre grandi lavori esposti nella galleria
traggono nome dalle impressioni personali dell'artista a lavoro
ultimato e rimandano alla natura: Madagascar, le Isole, e le Alpi .
Puro astrattismo si erige
davanti ai nostri occhi. Le prospettive sono assenti. Si tratta di
macchie di colore di varie dimensioni che si mescolano tra loro
creando un armonioso effetto cromatico.
La cera calda e fluente
scava il suo alveo fino a che non si solidifica. I colori si
mescolano e danno corpo ad un immagine astratta. Così le forme si
condensano dopo aver segnato i confini della terra. Uno sguardo
distante, lontano, centra il soggetto. Lo identifica, lo chiarisce.
La terra cambia, ha mille facce, mille profili, si trasforma davanti
ai nostri occhi. Se osservassimo la terra dall'alto, dall'oblò di
una navicella spaziale vedremmo soltanto chiazze bonzee, cerulee e
verdastre, sparpagliate e confuse. Forse i continenti, gli oceani e
le vallate ci sembrerebbero un quadro di Flaccus.
Madagascar |
Emerge dallo sfondo il profilo della terra. Accanto alla sagoma del continente africano pervaso da un colore rosa magenta appare una piccolo quadrato beige; è il Madagascar. Le isole invece affiorano dallo sfondo grigio. Troneggiano il verde e il rosso. Colori che rimandano ad un paesaggio lussureggiante seppur astratto. E infine le Alpi, un cerchio variegato circonda il centro bianco che si identifica con i ghiacciai.
La mostra richiama la
nostra attenzione e quella del pubblico presente entusiasta.
L'artista ci spiega il suo lavoro e la scelta dell'encausto come
materiale.
Domanda: I quadri sono
bellissimi. Mi ha colpito l'accostamento di questi colori molto
accesi. L'effetto cromatico è armonioso, richiama l'attenzione per
la sua luminescenza. Potrebbe spiegarmi un po' lei come nasce questo
lavoro, da cosa ha tratto ispirazione. Ad esempio perché la scelta
del colore?
Risposta: Nasce
soprattutto dalla voglia di sperimentare. Ad esempio solo due anni fa
facevo molti quadri neri o bianchi, con colori tenui o solamente
scuri. E a un certo punto mi è venuta la voglia di esplodere con
colori nuovi. Nello stesso tempo ho trovato una nuova gamma di colori
in un negozio dove mi rifornisco. Volevo sperimentare. Spesso
sperimentare, fare una cosa che non conosci è il modo migliore per
andare avanti. Perché bisogna essere un po' ignoranti per
sperimentare.
Domanda: Il passaggio
dall'uso del bianco e del nero ai colori dipende anche da uno stato
d'animo?
Risposta: Non nel senso
letterale. Non è che un giorno mi sono sentito più esilarante e ho
deciso di usare i colori. Perché io nel lavoro sono molto costante,
non sono umorale. Sono piuttosto scelte dettate da un ritmo di
lavoro.
Le Alpi |
Domanda: Ci può
spiegare che tipo di materiale utilizza per comporre i suoi quadri?
Risposta: Questa è solo
cera. Encausto significa cera. Quindi è cera d'api che si fonde e
diventa liquida e alla quale si aggiungono i colori. La cera liquida
prende i pigmenti colorati in polvere molto facilmente. Perciò si
ottiene subito una pittura liquida come qualsiasi altra pittura.
Solo che a differenza delle altre è calda.
Domanda: Quale è il
motivo della scelta dei pannelli accostati?
Risposta: In parte la
scelta di questi due pannelli è dovuta al fatto che lavoro in
orizzontale perché verso i colori in modo che si mischiano. Ma così
posso lavorare fino ad una certa larghezza, poi diventa difficile. E
poi ho trovato che posso mettere insieme un quadro abbastanza grande
con due pannelli che essendo maneggevoli sono anche facilmente
trasportabili, ad esempio entrano nelle scale.
Domanda: Il soggetto
della mostra e i titoli dei quadri, Madagascar, l'isola, le Alpi, da
cosa nascono?
Risposta: In realtà ho
fatto questi quadri senza avere idea di un contenuto. Ad esempio
parlando di Madagascar, ho realizzato questo quadro in seguito ad un
altro, anche quello molto rosso seppur diverso, avendo in testa una
nuova idea. E quando l'ho terminato ho visto che il risultato finale
aveva la forma dell'Africa e quel piccolo quadrato marrone poteva
essere il Madagascar. Così mi è venuto il nome. Nell'altro quelle
macchie di colore sembravano isole che galleggiano sullo sfondo
grigio. Perciò una volta che questo è il Madagascar, quelle
diventano le isole, Islands in inglese. E anche l'ultimo doveva
seguire in qualche modo lo stesso tema. Insomma i titoli vengono
sempre completamente dopo, quando devo fare una mostra. In genere
lavoro così.
Domanda: Perciò il
titolo nasce in base all'impressione che lei ha del risultato finale?
Risposta: Questi quadri
prendono forma dopo una lunga evoluzione. Uno segue un altro. I
titoli vengono sempre dopo. Ovviamente anche il titolo della mostra:
la terra cambia. Ma non è sbagliato perché c'è sempre nel mio
lavoro qualcosa che ha a che fare con la natura, con la terra, anche
se non in modo letterale.
Domanda: Lei ha una
lunga esperienza alle spalle, e ha esposto a Roma in molte gallerie
d'arte.
Risposta: Vivo qui da 20
anni e ho esposto sia in situazioni culturali tipo la casa della
letteratura, sia in gallerie commerciali. E un po' di tempo,
precisamente quattro anni che non espongo a Roma, e così ho colto
quest'occasione.
Domanda: Lei è
americano ma ha deciso di vivere a Roma. Che cosa l'ha portata a
cambiare vita?
Risposta: Per molto tempo
ho vissuto molto volentieri a New York, una città sempre vitale che
dà molti stimoli. Pensavo anzi di rimanervi per sempre. In pratica i
newyorchesi non concepiscono la vita fuori New York. Poi sono venuto
a Roma per insegnare all'università. Doveva essere per un anno ma
poi sono diventati due. Dopo di che sono tornato a New York, ma mi
sentivo ancora molto attratto da Roma. Avevo l'intuizione che la mia
esperienza non si fosse ancora esaurita e allora sono tornato. E così
sono passati 20 anni, e aggiungo anche molto velocemente.