Nella prima parte ci eravamo fermati alla descrizione dell'atrium, dei cubicula e del tablinium. la seconda parte inizia con la descrizone del peristiyium prosegue con il tricliunium e termina con le cucine e le stanze degli schiavi.
Dall'atrio si giungeva al peristylium attraverso
un corridoio chiamato andron. Il
peristylium era il luogo di ritrovo della famiglia, un grande spazio all’aperto,
circondato da un portico a colonne, raccolto intorno ad un giardino ben curato
(Hortus) dove primeggiavano splendidi alberi da frutto, e abbellito da fontane e
da giochi d’acqua. Tutte le stanze si affacciavano sul peristylium per poter
usufruire della luce del giorno.
Di fianco a una delle due alae poteva essere ubicato
il triclinio (oecus tricliniare o Triclinium), la grande e sontuosa sala
da pranzo, dove si tenevano i banchetti con gli ospiti di riguardo. Era la
stanza più grande della casa e la più lussuosa, con affreschi alle pareti e
mosaici ai pavimenti. Prendeva luce da
una apertura che dava da una parte sul peristylium e dall'altra sull'atrium. Il tricilinio prende
il nome dalla presenza di tre letti triclinari disposti a semicerchio sui quali si disponevano gli ospiti, tre per ogni letto, sdraiati sul lato
sinistro col gomito appoggiato ad un cuscino.
Questi letti o divani erano decorati di
madreperla, argento e oro, e ricoperti da coperte di tessuto finissimo. Il
letto centrale, il medius lectus, era destinato agli ospiti di riguardo. I divani
erano disposti intorno al tavolo di legno di cedro con le gambe d’avorio, che
poteva essere di diverse forme: quello di forma quadrata era detto cilliba e
poggiava su tre piedi, quello circolare veniva chiamato mensa, e quello
utilizzato per le bevande urnarium. I piatti erano serviti dagli schiavi sotto
la direzione del tricliniarcha.. In occasione dei banchetti i patrizi non
esitavano a dare sfoggio della loro ricchezza usando il vasellame più prezioso,
spesso d’argento cesellato, e i piatti
più esotici e prelibati. Le coppe erano d’oro o di cristallo. In queste
occasioni gli invitati indossavano al posto della toga una veste più comoda ,
la vestis cenatoria o synthesis. Venivano accolti da uno schiavo
che, dopo aver loro fatto togliere i sandali li accompagnava al loro posto. Prima
dell’inizio del pasto alcuni schiavi andavano in giro per la sala porgendo dell’acqua profumata per
lavarsi le mani. In epoca imperiale il triclinio fu sostituito dall'exedra, un
ambiente molto più grande e adatto per le occasioni più importanti.
Le dimore più ricche
disponevano anche di una bella
bibliotheca e del balneum, il bagno, realizzato come per
formare delle vere e proprie terme
private, con l’apodyterium, lo spogliatoio, il calidarium,
la piscina dell'acqua calda,
il tepidarium, piscina dell'acqua tiepida, e infine il frigidarium che aveva
l'acqua fredda.
Si affacciavano sul peristylium anche la cucina.
Questo era il locale più piccolo e buio della casa; uno sgabuzzino occupato
quasi tutto da un focolare in muratura, con un camino, un piccolo forno per il
pane e l'acquaio. La cucina non aveva comunque un’ubicazione fissa; a volte la
si trovava anche che affacciava nell'atrium. Il piano di cottura era costituito
da un bancone in muratura dove veniva spianata la brace. Il fuoco si accendeva
grazie ad un acciarino a forma di ferro di cavallo che, tenuto per la parte
centrale, veniva fatto percuotere addosso ad un pezzo di quarzo tenuto fermo
dall'altra mano.
Un aspetto comune delle cucine romane erano le casseruole e
pentole di rame (o bronzo) fissate sulla parete in bella mostra, con accanto i
colini; arricchivano la dotazione degli utensili i pestelli in marmo, gli
spiedi, le padelle di terracotta, le teglie a forma di pesce o di coniglio. Ma vi
erano anche alcune dispense, mensole, scaffali e tavoli di legno, le giare per
il vino e per l’olio, e numerosi sacchi di grano o farina.
E per finire aggiungo una piccola planimetria in
modo da poter avere una visione degli ambienti interni delle
case romane.
Nessun commento:
Posta un commento