DAL 29 AGOSTO AL 25 NOVEMBRE I GIARDINI DELL'ARSENALE OSPITANO LA 13 EDIZIONE DELLA BIENNALE DI ARCHITETTURA DI VENEZIA
IL 29 agosto si inaugura con la cerimonia di apertura e di premiazione la 13° edizione della Biennale di Architettura di Venezia. Quest'anno la direzione è affidata all'architetto inglese David Chipperfield e si svolgerà su unico percorso espositivo distribuito su di una superficie di 10.000 mq che parte dal padiglione centrale fino ai giungere ai giardini dell'arsenale. "Common ground " è il titolo dell’attuale edizione dedicata all’architettura, un appuntamento fisso e immancabile da quando nel lontano 1980 Paolo Portoghesi, allora direttore della Biennale, aprì per la prima volta lo spazio elle Corderie dell'Arsenale per l'inaugurazione del settore Architettura.
Sono 55 le presenze nazionali, tra le quali partecipano per la prima volta Angola, Repubblica del Kosovo, Kuwait, Perù e Argentina che dispone di un suo proprio padiglione nello spazio appena restaurato delle Sale d’Armi in Arsenale. Per la cronaca il padiglione Italia è curato da Luca Zevi.
Sono 55 le presenze nazionali, tra le quali partecipano per la prima volta Angola, Repubblica del Kosovo, Kuwait, Perù e Argentina che dispone di un suo proprio padiglione nello spazio appena restaurato delle Sale d’Armi in Arsenale. Per la cronaca il padiglione Italia è curato da Luca Zevi.
In totale sono 119 i nominativi, mentre ammontano complessivamente a 69 i progetti realizzati da architetti, fotografi e artisti, allestiti in occasione della biennale per rispondere alla tematica proposta dall’evento, ossia: l’architettura come terreno comune dove l’uomo coabita con lo spazio che lo circonda.
Chipperfield parla di common ground, di un terreno che accomuna l’architettura con tutto ciò che è ambiente, tecnologia, urbanizzazione ma soprattutto con le esigenze e le necessità dell’uomo e della società. L’intento della biennale è di aiutare gli architetti ad uscire da quella crisi di identità che li ha privati del loro senso comune facendo conoscere il loro lavoro al pubblico. Un processo di integrazione con e nella società. Chipperfiled auspica una rinascita dell’arte architettonica riproponendo quelle idee comuni, quei valori collettivi che fanno parte della vita quotidiana, attraverso un processo di continuità e andando contro quell’opinione diffusa di apparente mancanza di integrazione tra la professione architettonica e la società. Anche il presidente della mostra Paolo Baratta invita gli architetti a guardare all’interesse per le città, al recupero degli edifici esistenti nonché alla riqualificazione degli spazi urbani prendendo spunto non solo dal passato osservando il lavoro dei grandi maestri ma adoperandosi in grandi collaborazioni dalle quali possano nascere proposte interessanti e di pubblica utilità.
Chipperfield parla di common ground, di un terreno che accomuna l’architettura con tutto ciò che è ambiente, tecnologia, urbanizzazione ma soprattutto con le esigenze e le necessità dell’uomo e della società. L’intento della biennale è di aiutare gli architetti ad uscire da quella crisi di identità che li ha privati del loro senso comune facendo conoscere il loro lavoro al pubblico. Un processo di integrazione con e nella società. Chipperfiled auspica una rinascita dell’arte architettonica riproponendo quelle idee comuni, quei valori collettivi che fanno parte della vita quotidiana, attraverso un processo di continuità e andando contro quell’opinione diffusa di apparente mancanza di integrazione tra la professione architettonica e la società. Anche il presidente della mostra Paolo Baratta invita gli architetti a guardare all’interesse per le città, al recupero degli edifici esistenti nonché alla riqualificazione degli spazi urbani prendendo spunto non solo dal passato osservando il lavoro dei grandi maestri ma adoperandosi in grandi collaborazioni dalle quali possano nascere proposte interessanti e di pubblica utilità.
Per tale motivo alcuni tra i progetti esposti trovano grande considerazione da parte dei critici perché investono su una riqualificazione di quelle aree sfortunate che hanno subito gravosi danni a causa di calamità naturali di grande impatto, inaspettate e inarrestabili. Come il Giappone. L’architetto Toyo Ito con il suo progetto "Home-for-All" ha voluto presentare al pubblico la sua idea per la rinascita urbana nelle zone colpite dallo tsunami. Un progetto che suscita grande interesse e commuove per la tematica che affronta. Ma la genialità dell’architettura si esprime al meglio laddove la sfida diventa ardua e difficile. Il progetto di "Home-for-All" prevede la costruzione di case- palafitte con l’utilizzo degli enormi tronchi abbattuti durante lo tsunami. Un tentativo coraggioso per riportare vitalità e speranza in questa zona. Un messaggio di rinascita che ha già visto la realizzazione nella città di Rikuzentakata della prima "città per tutti".
Altro esempio di coraggio è quello degli architetti greci che hanno proposto il loro “Made in Athens”. Un gruppo di giovani architetti ha cercato di far fronte al collasso economico che la Grecia sta vivendo attraverso una rielaborazione degli spazi urbani rimaneggiando l’idea dei cosiddetti condomini negli spazi pubblici.
Alte interessanti tematiche sono affrontate ad esempio dalla Francia che concentra le energie per una rivalutazione delle periferie urbane mentre la Germania pone l’accento sullo sfruttamento delle risorse e del territorio attraverso il riutilizzo del patrimonio edilizio esistente. Insomma sfide di grande importanza ed attualità proposte dalle varie nazioni, ognuna diversa dall’altra. Idee per farsi conoscere dal pubblico e diventare parte integrante delle scelte del futuro.
La mostra si concluderà il 25 novembre. Nel frattempo sarà corredata da 18 eventi collaterali, proposti da enti ed istituzioni internazionali e selezionati da David Chipperfield. Le mostre e gli allestimenti avranno luogo nei spazi concessi dalla città di Venezia. Con tali premesse è in dubbio che la biennale otterrà un grande successo di pubblico, anche in occasione della 69° mostra del cinema che ha luogo in contemporanea. Venezia al centro del mondo come tempio classico delle arti contemporanee.
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