L'artista israeliano espone i
suoi quadri alla Ermanno Tedeschi Gallery nella suggestiva cornice del
Portico d'Ottavia.
dal 24 settembre al 31 ottobre
2013
foto Marco Borgese
testo Rosa Orsini
Domanda. Quando è iniziata la sua attività artistica?
Risposta: Non so.
E' accaduto. Non è stato frutto di una vera e propria decisione.
Inizialmente ho lavorato come art designer per delle riviste in Tel
Aviv. Ho fatto molte illustrazioni per alcune riviste, ho disegnato
anche vignette e fumetti politici ma negli ultimi anni ho
abbandonato questo genere perché cercavo qualcosa che fosse
veramente basilare nella vita. I giornali sono aggiornati up to date. Cosi ho cercato di sviluppare un mio modo speciale di fare
arte. L'essenza della mia arte si basa sulla capacità o meno della
gente di vivere insieme. Penso che nella vita moderna sia molto più
critico vivere insieme alla gente che comunicare con lo smart phone.
Come può vedere ogni uomo e ogni donna cercano di raggiungere
l'altro, e non sempre ci riescono. Ciò nonostante non smettono di
provarci.
Domanda: Prende
ispirazioni dalle sue emozioni, dalla sua vita in generale?
testo Rosa Orsini
Shaul Knaz |
Roma 24 settembre
2013, Portico d'Ottavia. Sotto il cielo stellato dello storico
quartiere che conserva i profumi e le atmosfere del passato, la
Ermanno Tedeschi Gallery apre la stagione con una personale dedicata
all'artista israeliano Shaul Knaz.
Una vetrina importante che porta per la prima volta in Italia le opere del maestro, presente all'inaugurazione della mostra. Il pubblico avrà modo di ammirarla fino al prossimo 31 ottobre.
Una vetrina importante che porta per la prima volta in Italia le opere del maestro, presente all'inaugurazione della mostra. Il pubblico avrà modo di ammirarla fino al prossimo 31 ottobre.
Nato nel 1939 nel
Kibbutz Gan Shmuel, in Israele, Shaul Knaz propone un proprio modo di
fare arte risultante da una lunga esperienza come illustratore ed
artista grafico. Un processo evolutivo che lo ha portato a cercare e
infine trovare un proprio linguaggio espressivo, originale quanto
immediato.
Knaz espone una visione personale della realtà che lo circonda, in un paese difficile qual è Israele, sottoposto a quotidiane tensioni sociali e politiche. Tema centrale del suo lavoro è il difficile rapporto tra le persone, il senso di alienazione che contrappone l'individuo alla società moderna che tende a soffocare la sua essenza, la sua umanità. Nei suoi quadri i soggetti che compongono l'insieme sono assemblati in maniera casuale, spesso ripetuti o ribaltati su uno spazio che nega la prospettiva. Ne risulta pertanto un'immagine piatta, bidimensionale.
Knaz espone una visione personale della realtà che lo circonda, in un paese difficile qual è Israele, sottoposto a quotidiane tensioni sociali e politiche. Tema centrale del suo lavoro è il difficile rapporto tra le persone, il senso di alienazione che contrappone l'individuo alla società moderna che tende a soffocare la sua essenza, la sua umanità. Nei suoi quadri i soggetti che compongono l'insieme sono assemblati in maniera casuale, spesso ripetuti o ribaltati su uno spazio che nega la prospettiva. Ne risulta pertanto un'immagine piatta, bidimensionale.
In altre opere
invece si può notare come l'artista sia riuscito a creare dei
moderni bassorilievi attraverso l'uso del tubetto di colore
direttamente su tela o la sovrapposizione di materiale plastico. I
colori accesi e l'originalità della composizione fanno sì che sia
considerato un'artista unico nel suo genere.
Mi avvicino
discretamente al maestro, mi presento e gli chiedo un'intervista.
Knaz, accompagnato dalla moglie Hanna, una gentile e affabile
signora, accetta di rispondere alle mie domande.
Domanda. Quando è iniziata la sua attività artistica?
io e Shaul Knaz |
io e Koga, la figlia di Shaul Knaz |
io, Shaul Knaz e la moglie Hanna |
Riposta. Certo.
Come lei sa io vivo in un paese molto speciale e continuamente sotto
pressione. Molti di noi sono molto coinvolti nei movimenti politici
per la pace.
Domanda: Lei vive
in Israele?
Risposta: Sì. La
situazione in Israele porta molta tensione nella vita quotidiana.
Molte persone cercano di vivere insieme, di non cedere, ma non è
facile nella vita moderna. Così anch'io cerco di competere con una
situazione senza soluzione. Ma è interessante cercare di registrare
la realtà anche in questo modo.
Domanda: Cerca di
glorificare la vita usando il colore? Può essere questa un'
interpretazione del suo lavoro?
Risposta: Vivo
una costruttiva disillusione. O diciamo piuttosto un pessimismo
costruttivo. I colori rendono l'intera vita intorno a me più
colorata. (gioco di parole). Ma nel profondo del mio cuore sono molto
pessimista riguardo alla situazione del mio paese, ai rapporti tra la
gente.
Domanda: Ma
coltiva la speranza?
Risposta: Sì.
Bisogna avere speranza. Bisogna creare, spronare la gente a pensare
alla propria vita e cercare di trovare se stessi in un modo o
nell'altro.
Risposta: In
passato siamo venuti a Roma con un tour organizzato. Ma soltanto oggi
la scopriamo veramente. E' meravigliosa. E' la patria della cultura,
dell'arte.
Domanda:
L'ultima domanda. Può dirmi qualcosa riguardo alla sua tecnica
pittorica?
Risposta: E' un
mix di materiali. Acrilico da una parte e colori industriali
nell'altra. Ma utilizzo anche colori ad olio. Cerco sempre di
scoprire nuove tonalità mescolando tante gamme di colori.
E con un ottimo
risultato, concludo. Termina così la mia intervista. Ringrazio
l'artista e la sua gentile signora e ripercorro con gli occhi i
quadri esposti. Una mostra veramente interessante da ogni punto di
vista.
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