Emilio Greco: i Segni e le Forme
In occasione del centenario della nascita dell'artista Palazzo Braschi apre al pubblico con una interessante mostra antologica
Museo di Roma Palazzo Braschi
16/10/2013 - 12/01/2014
testo e foto R. Orsini (blogger)
Ci accolgono leggiadre e sinuose, come ninfe immortali sei sculture monumentali in bronzo incorniciate da un gioco di luci che le fa risplendere nel buio del crepuscolo. Eleganti statue incantate che prendono vita davanti ai nostri occhi ammirati. Ci troviamo nel cortile interno di palazzo Braschi dove è in corso una retrospettiva dedicata al grande scultore siciliano Emilio Greco(1913- 1995) allestita in occasione del centenario della sua nascita.
Un evento che ha coinvolto non solo Roma ma anche Londra (con una mostra all’Estorick Collection of Modern Italian Art) e Catania, la sua città natale, che ha voluto rendere omaggio all'illustre concittadino con l’intitolazione di una piazza del centro storico di Catania, la riapertura del Museo Emilio Greco e la collocazione di un’opera del Maestro nel Palazzo degli Elefanti. Si tratta di una serie di celebrazioni organizzate dagli Archivi Emilio Greco – presieduti dalla figlia dell’artista Antonella Greco – sotto l’egida di un autorevole Comitato Scientifico.
Ci accolgono leggiadre e sinuose, come ninfe immortali sei sculture monumentali in bronzo incorniciate da un gioco di luci che le fa risplendere nel buio del crepuscolo. Eleganti statue incantate che prendono vita davanti ai nostri occhi ammirati. Ci troviamo nel cortile interno di palazzo Braschi dove è in corso una retrospettiva dedicata al grande scultore siciliano Emilio Greco(1913- 1995) allestita in occasione del centenario della sua nascita.
Un evento che ha coinvolto non solo Roma ma anche Londra (con una mostra all’Estorick Collection of Modern Italian Art) e Catania, la sua città natale, che ha voluto rendere omaggio all'illustre concittadino con l’intitolazione di una piazza del centro storico di Catania, la riapertura del Museo Emilio Greco e la collocazione di un’opera del Maestro nel Palazzo degli Elefanti. Si tratta di una serie di celebrazioni organizzate dagli Archivi Emilio Greco – presieduti dalla figlia dell’artista Antonella Greco – sotto l’egida di un autorevole Comitato Scientifico.
La mostra allestita a
Palazzo Braschi è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla
Cultura, Creatività e Promozione Artistica – Sovrintendenza
Capitolina ai Beni Culturali. All'interno delle tre sale espositive
al piano terra del palazzo è stata allestita una vasta selezione di
disegni e cimeli che documentano la grande produzione artistica
dell'artista catanese che gli valse prestigiosi premi e
riconoscimenti sia in Italia che all'estero. Basti pensare che i
suoi lavori sono stati presentati in Giappone, in Grecia e in Unione
Sovietica per capire il clamore che ebbe il suo nome all'estero. Oggi
le sue opere maggiori sono conservate in importanti musei quali
l'Ermitage di San Pietroburgo, il Pushkin di Mosca e nel Museo di
Hakone in Giappone che gli ha dedicato una zona permanente chiamata
Greco Garden. In Italia le città di Orvieto, Sabaudia, Catania e
L’Aquila hanno dedicato a partire dal 1991 dei musei interamente
incentrati sulla sua opera.
Palazzo Braschi
propone un'importante campionatura di opere, accuratamente
selezionate. Si tratta di nove sculture e una selezione di circa 30
disegni. I soggetti sono legati soprattutto al corpo e alle
espressioni femminili. Linee e curve che accennano alle rotondità
delle forme, tratteggiano i visi ombreggiati da sottili reticolati. A
questi si aggiungono soggetti dedicati allo sport dove il movimento
diventa protagonista. Sembrano semplici schizzi ma in realtà
rivelano una profonda conoscenza del disegno, una maestria che
emerge dalla fluidità del tratto e dal senso della proporzione reso
da una tecnica raffinatissima. Protetti dai vetri delle bacheche si
possono ammirare inoltre libri, fotografie e ritagli di giornali che
testimoniano l'attività del maestro catanese. Greco fu amico e
collega di Guttuso, Mafai, Consagra e di Leonardo Sciascia
incontrato negli anni 50 cui resterà legato per tutta la vita. Come
Manzù si dedicò ai soggetti religiosi realizzando nel 1964 una
serie di porte monumentali in bronzo per il Duomo di Orvieto e il
monumento a Papa Giovanni XXIII per la Basilica di San Pietro,
raffigurante il Santo Padre in visita alla prigione Regina Coeli di
Roma. Una serie di articoli ed opuscoli coevi documentano i passi più
importanti nella realizzazione di questi imponenti lavori.
Protette dai vetri
possiamo ammirare anche splendide medaglie in bronzo che suggeriscono
antiche figure classiche, un omaggio alla ritrattistica greca e
romana che esalta la dolcezza e la grazia dei volti femminili. Infine
tre importanti statue, provenienti da collezioni private, adornano
le tre sale interne: ecco davanti a noi il “Grande nudo”,
realizzato nel 1952, in terracotta, la “ Testa di fata”, sempre
in terracotta, del 1953, e “Il grande lottatore” del 1948, in
cemento.
Un appuntamento
importante per il Museo di Roma Palazzo Braschi che viaggia insieme
alla mostra de fotografo ungherese Robert Capa. Fiore all'occhiello
dei musei romani, Palazzo Baschi diventa così protagonista della
stagione culturale romana con le esposizioni di due artisti
contemporanei di fama internazionale. Assolutamente imperdibili.
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