Alberto Giacometti: “Paris sans fin”
La mostra indaga il rapporto tra l'artista e la città lumiere con una raccolta di litografie e disegni mai esposti prima d'ora al pubblico
dal 13 marzo al 21 aprile
2014
Gagosian Gallery, Hong Kong
di R. Orsini (blogger)
Artista di fama internazionale, scultore, pittore, incisore, nato a Borgonovo, Svizzera, nel 1901 e morto a Chur, Svizzera, nel 1966, Alberto Giacometti vanta una grande produzione artistica oggi in gran parte raccolta nelle collezioni pubbliche del Kunsthaus di Zürich, alla Tate Gallery di Londra, al MUMOK di Vienna e presso il Metropolitan Museum of Art e il Museum of Modern Art di New York.
Artista di fama internazionale, scultore, pittore, incisore, nato a Borgonovo, Svizzera, nel 1901 e morto a Chur, Svizzera, nel 1966, Alberto Giacometti vanta una grande produzione artistica oggi in gran parte raccolta nelle collezioni pubbliche del Kunsthaus di Zürich, alla Tate Gallery di Londra, al MUMOK di Vienna e presso il Metropolitan Museum of Art e il Museum of Modern Art di New York.
Dal 13 marzo il suo nome
richiama l'attenzione dei cultori dell'arte contemporanea del sol
levante e di quanti hanno la possibilità di visitare la Gagosian
Gallery di Hong Kong che ha aperto al pubblico con una monografica
dedicata all'artista intitolata “Paris sans fin”.
Il titolo della mostra è
inequivocabilmente evocativo di un amore sviscerale verso la capitale
europea in cui l'artista approdò verso la fine dei suoi anni e che
ispirò la sua vena creativa. La mostra entra nello specifico
puntando l'occhio su una fase artistica molto importante e
circostanziale che accompagnò l'artista per lungo tempo.
Il rapporto simbiotico
tra Giacometti e Parigi, analizzato e raccontato in questo
interessante allestimento nelle sale della Gagosian Gallery, getta
una nuova luce su un progetto artistico che coinvolse Giacometti per
circa sei anni, dal 1959 al 1966: un libro diario che racconta
attraverso immagini, disegni e litografie le impressioni profonde
prodotte dalla ville lumière sullo spirito sensibile di un artista
la cui vita volgeva ormai al crepuscolo.
150 litografie con testo
didascalico destinati per il libro sono esposte qui per la prima
volta insieme a disegni, sculture, fotografie e materiale d'archivio
databili nello stesso periodo e selezionati per creare questo libro
diario voluto fortemente dall'artista e incoraggiato dall'editore e
critico d'arte Tériade, suo grande amico ed estimatore, che aveva
prodotto precedentemente con successo un libro di litografie di
Fernand Léger “La ville”che aveva come soggetto la
stessa città di Parigi.
All'interno della mostra,
curata e da Veronique Wiesinger, sono visibili anche importantissime
sculture in bronzo tra cui “Diego” (tête au col roulé) (1954) e
“Annette assise” (1956), nonché pitture come “Caroline”
(1965), manoscritti originali e una selezione di ritratti
fotografici di Henri Cartier-Bresson, Eli Lotar e Jack Nisberg, che
forniscono uno sfondo contestuale al lavoro di Giacometti.
Quest'ultimo, come molti
altri grandi rimase sedotto dal fascino misterioso e
dall'allure internazionale di una città che conserva gelosamente
atmosfere romantiche e decadenti uniche al mondo, dove si respira
un'aria leggera che ti avvolge e ti coccola come una sciarpa di seta,
dove, passeggiando sul lungosenna o lungo i boulevards alberati si
avverte la presenza invisibile del suo spirito millenario.
Giacometti non resiste al
desiderio di catturare le immagini della città, i suoi angolo
nascosti, i suoi monumenti, le grandi piazze monumentali e la gente
che palpita e vive la quotidianità nelle strade e nei bistrot. Lo fa
con la sua matita litografica, nessuna pittura o disegno, soltanto
una matita a pastello per catturare sul posto, senza alcuna
possibilità di cancellare o rivisitare, le sue prime impressioni.
Questo perché fin dal 1930 Giacometti ha continuamente investigato
le possibilità di rappresentare accuratamente ciò che vedeva
davanti ai suoi occhi. Parigi lo attrae negli ultimi anni della sua
vita, lo inebria facendogli perdere la cognizione dello spazio e del
tempo, confonde la percezione di chi è o di chi vorrebbe essere o
di ciò che vorrebbe fare. Un tourbillon di emozioni che ispira la
sua anima di artista e che come tale vuole trasferire tangibilmente
per trasmetterlo ai posteri.
Le impressioni di
Giacometti sono scorci di vita, frammenti veloci e furtivi della sua
quotidianità vissuta all'interno del suo studio, nei cafè, nei
grandi bulevards, e dimostrano un virtuosismo senza pretese. Egli
caratterizzò questa serie di disegni come “ immagini e memorie di
immagini” riferendosi alla brevità e fugacità delle scene da lui
sapientemente catturate che non lascerebbero invero traccia del
loro passaggio.
Come nei precedenti
lavori litografici, Giacometti non disegnò direttamente sul calco,
come richiede il metodo tradizionale, ma su sottili fogli di carta
trasferibile, facilitando la portabilità e una più accurata
riproduzione del disegno originale. L'uso della gamma dei toni di
grigio che imprime in queste illustrazioni la foschia sottile e
impalpabile della città è essa stessa una prodezza tecnica.
La
mostra è stata organizzata in collaborazione con la fondazione
Alberto et Annette Giacometti di Parigi, istituita nel 2003 per
promuovere e preservare il lavoro dell'artista, ed è visitabile dal
13 marzo fino al 21 aprile 2014.
Un omaggio prezioso
all'artista svizzero oggi tributato anche a Roma presso la Galleria
Borghese con una monografica intitolata " Giacometti. La
scultura "in mostra fino al 25 maggio 2014. Qui le statue
marmoree del Bernini, gli affreschi e le grottesche rinascimentali
fanno da preziosa cornice alle creazioni bronzee dalle linee lunghe e
sottili di Giacometti. Un accostamento visivo tra arte classica e
surrealismo, due modi diversi e ambivalenti, antitetici nelle forme e
nei contenuti, che suggerisce una profonda riflessione
sull'evoluzione e la trasformazione della scultura nel corso dei
secoli prendendo come termine di paragone le opere scultoree di
Alberto Giacometti.
7/F PEDDER BUILDING
12 PEDDER STREET
CENTRAL, HONG KONG
GAGOSIAN GALLERY
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