lunedì 24 marzo 2014

Alberto Giacometti in mostra alla Gagosian Gallery di Hong Kong




Alberto Giacometti: “Paris sans fin” 

La mostra indaga il rapporto tra l'artista e la città lumiere con una raccolta di litografie e disegni mai esposti prima d'ora al pubblico


dal 13 marzo al 21 aprile 2014
Gagosian Gallery, Hong Kong

 
di R. Orsini (blogger)
Artista di fama internazionale, scultore, pittore, incisore, nato a Borgonovo,  Svizzera, nel 1901 e morto a Chur, Svizzera, nel 1966, Alberto Giacometti vanta una grande produzione artistica oggi in gran parte raccolta nelle collezioni pubbliche del Kunsthaus di Zürich, alla Tate Gallery di Londra, al MUMOK di Vienna e presso il Metropolitan Museum of Art e il Museum of Modern Art di New York.
Dal 13 marzo il suo nome richiama l'attenzione dei cultori dell'arte contemporanea del sol levante e di quanti hanno la possibilità di visitare la Gagosian Gallery di Hong Kong che ha aperto al pubblico con una monografica dedicata all'artista intitolata “Paris sans fin”.
Il titolo della mostra è inequivocabilmente evocativo di un amore sviscerale verso la capitale europea in cui l'artista approdò verso la fine dei suoi anni e che ispirò la sua vena creativa. La mostra entra nello specifico puntando l'occhio su una fase artistica molto importante e circostanziale che accompagnò l'artista per lungo tempo.
Il rapporto simbiotico tra Giacometti e Parigi, analizzato e raccontato in questo interessante allestimento nelle sale della Gagosian Gallery, getta una nuova luce su un progetto artistico che coinvolse Giacometti per circa sei anni, dal 1959 al 1966: un libro diario che racconta attraverso immagini, disegni e litografie le impressioni profonde prodotte dalla ville lumière sullo spirito sensibile di un artista la cui vita volgeva ormai al crepuscolo.
150 litografie con testo didascalico destinati per il libro sono esposte qui per la prima volta insieme a disegni, sculture, fotografie e materiale d'archivio databili nello stesso periodo e selezionati per creare questo libro diario voluto fortemente dall'artista e incoraggiato dall'editore e critico d'arte Tériade, suo grande amico ed estimatore, che aveva prodotto precedentemente con successo un libro di litografie di Fernand Léger “La ville”che aveva come soggetto la stessa città di Parigi.
All'interno della mostra, curata e da Veronique Wiesinger, sono visibili anche importantissime sculture in bronzo tra cui “Diego” (tête au col roulé) (1954) e “Annette assise” (1956), nonché pitture come “Caroline” (1965), manoscritti originali e una selezione di ritratti fotografici di Henri Cartier-Bresson, Eli Lotar e Jack Nisberg, che forniscono uno sfondo contestuale al lavoro di Giacometti.
Quest'ultimo, come molti altri grandi rimase sedotto dal fascino misterioso e dall'allure internazionale di una città che conserva gelosamente atmosfere romantiche e decadenti uniche al mondo, dove si respira un'aria leggera che ti avvolge e ti coccola come una sciarpa di seta, dove, passeggiando sul lungosenna o lungo i boulevards alberati si avverte la presenza invisibile del suo spirito millenario.
Giacometti non resiste al desiderio di catturare le immagini della città, i suoi angolo nascosti, i suoi monumenti, le grandi piazze monumentali e la gente che palpita e vive la quotidianità nelle strade e nei bistrot. Lo fa con la sua matita litografica, nessuna pittura o disegno, soltanto una matita a pastello per catturare sul posto, senza alcuna possibilità di cancellare o rivisitare, le sue prime impressioni. Questo perché fin dal 1930 Giacometti ha continuamente investigato le possibilità di rappresentare accuratamente ciò che vedeva davanti ai suoi occhi. Parigi lo attrae negli ultimi anni della sua vita, lo inebria facendogli perdere la cognizione dello spazio e del tempo, confonde la percezione di chi è o di chi vorrebbe essere o di ciò che vorrebbe fare. Un tourbillon di emozioni che ispira la sua anima di artista e che come tale vuole trasferire tangibilmente per trasmetterlo ai posteri.
Le impressioni di Giacometti sono scorci di vita, frammenti veloci e furtivi della sua quotidianità vissuta all'interno del suo studio, nei cafè, nei grandi bulevards, e dimostrano un virtuosismo senza pretese. Egli caratterizzò questa serie di disegni come “ immagini e memorie di immagini” riferendosi alla brevità e fugacità delle scene da lui sapientemente catturate che non lascerebbero invero traccia del loro passaggio.
Come nei precedenti lavori litografici, Giacometti non disegnò direttamente sul calco, come richiede il metodo tradizionale, ma su sottili fogli di carta trasferibile, facilitando la portabilità e una più accurata riproduzione del disegno originale. L'uso della gamma dei toni di grigio che imprime in queste illustrazioni la foschia sottile e impalpabile della città è essa stessa una prodezza tecnica.
La mostra è stata organizzata in collaborazione con la fondazione Alberto et Annette Giacometti di Parigi, istituita nel 2003 per promuovere e preservare il lavoro dell'artista, ed è visitabile dal 13 marzo fino al 21 aprile 2014.
Un omaggio prezioso all'artista svizzero oggi tributato anche a Roma presso la Galleria Borghese con una monografica intitolata " Giacometti. La scultura "in mostra fino al 25 maggio 2014. Qui le statue marmoree del Bernini, gli affreschi e le grottesche rinascimentali fanno da preziosa cornice alle creazioni bronzee dalle linee lunghe e sottili di Giacometti. Un accostamento visivo tra arte classica e surrealismo, due modi diversi e ambivalenti, antitetici nelle forme e nei contenuti, che suggerisce una profonda riflessione sull'evoluzione e la trasformazione della scultura nel corso dei secoli prendendo come termine di paragone le opere scultoree di Alberto Giacometti.

7/F PEDDER BUILDING
12 PEDDER STREET
CENTRAL, HONG KONG
GAGOSIAN GALLERY




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