“BIANCO E NERO”
dal 13 al 26 ottobre
teatro dei Dioscuri
Roma
(testo e foto di Rosa Orsini)
Due donne, due personalità, due artiste diverse, direi quasi all'opposto. Non solo nella tecnica usata e nella preferenza dei soggetti, ma soprattutto nella scelta del colore: “Il bianco e il nero”. Una contrapposizione che Annamaria Polidori e Adriana Pignataro portano in questa bellissima mostra allestita nel foyer del teatro dei Dioscuri a Roma e che avrà corso dal 13 fino al 26 ottobre.
Il tentativo riuscito di conciliare ciò che la natura pone in contrasto e ciò che il loro linguaggio rappresenta, il conflitto, il dualismo, la notte e il giorno, il bene e il male, ritrovando infine l'armonia primordiale delle cose. Un messaggio simbolico e spirituale che vuole dirimere il concetto dualistico riconducibile alla concezione biblica e alla filosofia greca classica. Ma che si estende in una dialettica diversa anche nel mondo orientale dove lo yin e lo yang sono parte di un uno cosmico. Una contrapposizione che si trasforma dunque in armonia.
Due donne, due personalità, due artiste diverse, direi quasi all'opposto. Non solo nella tecnica usata e nella preferenza dei soggetti, ma soprattutto nella scelta del colore: “Il bianco e il nero”. Una contrapposizione che Annamaria Polidori e Adriana Pignataro portano in questa bellissima mostra allestita nel foyer del teatro dei Dioscuri a Roma e che avrà corso dal 13 fino al 26 ottobre.
Il tentativo riuscito di conciliare ciò che la natura pone in contrasto e ciò che il loro linguaggio rappresenta, il conflitto, il dualismo, la notte e il giorno, il bene e il male, ritrovando infine l'armonia primordiale delle cose. Un messaggio simbolico e spirituale che vuole dirimere il concetto dualistico riconducibile alla concezione biblica e alla filosofia greca classica. Ma che si estende in una dialettica diversa anche nel mondo orientale dove lo yin e lo yang sono parte di un uno cosmico. Una contrapposizione che si trasforma dunque in armonia.
Un allestimento raffinato
è quello scelto dalle due artiste dove la luminosità della pietra
leccese, lavorata dalla abili mani di Annamaria Polidori si accentua,
rilucendo sullo sfondo delle pareti del teatro dove emergono le
tonalità notturne e il nero imperante dei quadri di Adriana
Pignataro.
Yin (nero) e yang
(bianco), il bianco e nero sono dunque il tema centrale della mostra.
L'idea di esporre insieme è nata durante un recente vernissage di
Adriana Pignataro alla galleria d'arte di Annamaria Polidori a
Spoleto. Fu in quell'occasione che Adriana Pignataro, vedendo la
sculture della Polidori, ha proposto di associare i loro lavori in un
unico progetto espositivo, nell'intento di far incontrare i contrasti
emergenti dal bianco delle sculture e dal nero predominate dei
quadri. Il tutto attraverso una dialettica che conduce ad un'armonia
di linguaggio, una dialettica che vede protagonisti due diversi modi
di fare arte.
Grande successo di
pubblico all'inaugurazione che ha visto presenti le due artiste
circondate da amici ed estimatori.
Da una parte Annamaria
Polidori, scultrice sensibile e versatile, presenta le sue bellissime
e suggestive sculture in cui la pietra, in questo caso la pietra
leccese, calcarea e duttile sotto lo scalpello, acquista una
leggerezza che la eleva verso l'alto, la solleva, liberandola infine
della pesantezza della materia.
Annamaria Polidori |
La pietra leccese si
presta ad essere plasmata, inoltre acquista se lavorata e lisciata
con la carta vetrata un effetto lucido e marmoreo. Annamaria
Polidori ci racconta di essere venuta a conoscenza di questo
splendido calcare ad Otranto da un maestro della tecnica che
insegnava a scolpire ai bambini affetti da problemi. Un maestro di
vita, di matrice steineriana, come lei lo definisce, in quanto
portatore di un concetto pedagogico ben preciso: riuscire a dare
forma ad un'idea concepita è un grande messaggio da trasmettere ai
bambini. Vedere che con le proprie mani si riesce a modellare la
creta e a creare qualcosa di tangibile dà una soddisfazione
incredibile nonché un benessere fisico e morale.
Annamaria Polidori |
Polidori accoglie questo
concetto e lo interpreta attraverso queste splendide figure che
possono rimandare ad un primo sguardo alle forme scolpite di Rodin.
Anche se in questo caso la sbozzatrice è la stessa artista. Un
confronto che fa onore alla scultrice nella sua ricerca del
raggiungimento della leggerezza della plasticità. Nei suoi lavori la
Polidori trae spunto ed ispirazione dalla natura e da tutto ciò che
si muove. Ecco quindi rappresentate le onde del mare, il vento che si
alza, le nuvole, un ulivo secolare, la nereide che esce dall'acqua.
“Perché è suggestivo conferire alla materia questo senso di
movimento verso l'alto, questo sollevarsi, questa leggerezza, questo
gonfiarsi proprio come se fossero vele, mareggiate, schizzi.”
Attraverso la scultura l'opera è un continuo divenire, l'idea cambia
rispetto a quella iniziale, pian piano la pietra scolpita suggerisce
altre forme, non si parte da un foglio bianco, ma si parte dallo
scalpello che aggredisce la pietra.
Adriana Pignataro |
Agdriana Pignataro |
L'artista porta nel suo
lavoro anche l'esperienza forense, dove il contrasto è insito in una
professione che cerca nel suo intento di arrivare ad una
composizione. “Io sono anche un avvocato oltre che un'artista
professionista. Il contrasto è insito nella mia professione dove
viene superato cercando la composizione. In questo contesto invece
questo contrasto viene superato attraverso l'arte dove raggiunge
l'armonia.”
Un concetto che si estende anche a livello culturale, sociale, politico. Ci sarebbe tanto da dire riguardo la contrapposizione tra la mentalità dell'occidente e quella dell'oriente. Ma mentre nell'occidente il contrasto, il conflitto sono proprio insiti nella mente, storicamente fin dall'epoca biblica, nella contrapposizione tra giusto o non giusto, dio e uomo, nella convinzione che sia quasi impossibile dirimerlo, nell'oriente il richiamo a due aspetti contrapposti che si identificano nello yin e nello yang, confluisce nella composizione di una forma armoniosa.
Un concetto che si estende anche a livello culturale, sociale, politico. Ci sarebbe tanto da dire riguardo la contrapposizione tra la mentalità dell'occidente e quella dell'oriente. Ma mentre nell'occidente il contrasto, il conflitto sono proprio insiti nella mente, storicamente fin dall'epoca biblica, nella contrapposizione tra giusto o non giusto, dio e uomo, nella convinzione che sia quasi impossibile dirimerlo, nell'oriente il richiamo a due aspetti contrapposti che si identificano nello yin e nello yang, confluisce nella composizione di una forma armoniosa.
“Analizzando bene”,
conclude l'artista, “c'è una spiritualità che vogliamo
rappresentare attraverso il simbolismo del bianco e del nero.”
E' l'invito a superare, in un periodo di lotte sanguinose, i
conflitti e a raggiungere un dialogo che porti all'equilibrio. E
l'arte ci indica la strada per conseguirlo.
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