Encausto e antiche cornici. Connubio tra barocco partenopeo e arte contemporanea.
Intragallery
-Napoli
fino al 31
gennaio 2015
(testo Rosa Orsini)
“Ritorno a Napoli” non corrisponde ad un vero e proprio ritorno nella città, nel senso spaziale e temporale suggerito dal titolo, ma simboleggia il ritorno alle radici della civiltà partenopea con i suoi barocchi e le vestigia Pompeiane. La mostra è un occasione per celebrare una città unica nel suo genere e l'eterno fascino che essa sprigiona, anche oltreoceano. Accolto calorosamente dal pubblico partenopeo, Peter Flaccus si può definire, citando un famoso film, un americano a Napoli, città da cui subisce le contaminazioni culturali del passato scegliendo l'encausto come tecnica espressiva per realizzare le sue astratte composizioni e accostandole sapientemente all'artigianato raffinato delle cornici barocche
“Ritorno a Napoli” non corrisponde ad un vero e proprio ritorno nella città, nel senso spaziale e temporale suggerito dal titolo, ma simboleggia il ritorno alle radici della civiltà partenopea con i suoi barocchi e le vestigia Pompeiane. La mostra è un occasione per celebrare una città unica nel suo genere e l'eterno fascino che essa sprigiona, anche oltreoceano. Accolto calorosamente dal pubblico partenopeo, Peter Flaccus si può definire, citando un famoso film, un americano a Napoli, città da cui subisce le contaminazioni culturali del passato scegliendo l'encausto come tecnica espressiva per realizzare le sue astratte composizioni e accostandole sapientemente all'artigianato raffinato delle cornici barocche
Nato a Missoula, Montana
(USA) nel 1947, Peter Flaccus ha iniziato la sua carriera negli anni
settanta a New York dove ha vissuto e lavorato per vent'anni,
esponendo in numerose gallerie come la Zabriskie Gallery e la Monique
Knowlton Gallery. Si è trasferito a Roma agli inizi degli anni
novanta ed è qui che ha iniziato a lavorare con l'encausto,
una tecnica pittorica basata
sull'utilizzo della cera appositamente sciolta e mischiata a pigmenti
colorati. Tale tecnica affonda le radici nel passato. Citata da
Vitruvio, venne utilizzata nell'antica Pompei e oggi contraddistingue
tutto il lavoro dell'artista americano. Ecco il primo legame tra
Flaccus, Napoli e la sua cultura. A questo primo aspetto si combina
l'antiquariato napoletano da cui provengono le cornici antiche scelte
dall'artista per contornare i suoi quadri.
Impressioni, luminosità,
gettate di colore, di bianco e nero, macchie fluide che si compongono
casualmente sul piano d'appoggio sono alla base del suo lavoro,
frutto di una lunga e continua sperimentazione dei materiali e dei
suoi infiniti usi. La mostra allestita nelle sale della galleria
raccoglie alcune opere prodotte nell'ultimo decennio. Prevalgono
strutture cosmiche ed esplosioni cromatiche dove l'impressione visiva
è strettamente personale pur suggerita dal soggetto. Ma anche lavori
di tutt'altro genere tra cui citiamo un autoritratto dell'artista
(Dreamer, 2013) il cui profilo assume una dimensione quasi mistica e
delle composizioni dalle tonalità intense che richiamano gli
affreschi pompeiani come Pompeii Scibble del 2011 e il monumentale
Wall Painting-Red del 2012.
Passato e presente si
combinano quindi attraverso il dialogo di tematiche culturali
altrimenti distinte per genere e stile. Pertanto classicismo, in
questo caso rappresentato dalle cornici barocche provenienti
dall'antiquariato napoletano, e puro astrattismo, espresso da
composizioni cosmiche, ellissi nonché esplosioni bitonali,
accompagnate da tele di intenso effetto cromatico, si combinano
trovando una peculiare e singolare armonia che sposa storia e
contemporaneità.
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