martedì 23 dicembre 2014

"Stop -e- motion" di Mauro Molle

Decostruzione e movimento. L'artista romano presenta le sue opere incentrate sulla figura umana

“Stop – e-motion”
dal 3 dicembre 2014 al 15 gennaio 2015
Spaziocima, via Ombrone 9 Roma


(testo e foto Rosa Orsini)
Mauro Molle, giovane artista romano, presenta una serie di lavori incentrati sulla figura umana o meglio su una decostruzione del corpo in più parti, assemblati per completare l'insieme accostando polittici di varie dimensioni. Si tratta di combine paintings in cui Molle si diverte a sezionare, montare e a riconoscere nel lavoro finito l'idea compositiva che dà il titolo all'opera. Un lavoro intenso, a volte estenuante, in cui crede fermamente e che lo caratterizza come artista singolare e geniale.
Molle dà molta importanza al movimento. L'abbiamo incontrato all'inaugurazione della mostra presso Spaziocima a Roma lo scorso 3 dicembre dove ci ha spiegato come nasce e si sviluppa il suo lavoro. Partendo dal presupposto che sono gli arti a muovere la figura, ci fa comprendere come effettivamente il gesto di una mano o di un braccio sia tanto incisivo ed eloquente quanto l'espressione del volto che nel suo caso è volutamente escluso dal disegno.
Pur trattandosi di arte figurativa Molle si definisce un artista concettuale. Trattasi di polittici scomposti componibili in vario modo a seconda dell'immagine che si vuole suggerire al corpo. Una figura in cui l'artista esclude la presenza del volto perché aliena dal concetto che propone ossia quello del montare e smontare la figura umana, rifacimento oggi che si fa attraverso la chirurgia estetica che produce dei moderni Frankenstein nel tentativo di creare il superuomo. “Io non metto la testa perché darebbe importanza al viso mentre io voglio dare importanza esclusivamente alla movenza del corpo umano. Perciò la testa non mi serve.”
Nella sua personale visione del corpo che intende evidenziare nelle propaggini articolari, ossia le mani, le braccia e le gambe, il gesto che sottintende l'azione, lascia libertà di immaginazione ed interpretazione all'osservatore. “Io do un'idea. Ma i quadri possono essere montanti in modi diversi.”
Percorriamo insieme le sale dove sono esposte le sue opere. “Ne “Il salto della corda” ho pensato al gioco della corda.” Afferma. “Ho voluto esprimere questo concetto attraverso il movimento delle gambe che appaiono sospese. Il tutto parte dall'immagine speculare e da una foto che ho riprodotto a olio.”
L'artista ci fa notare come i polittici combinino movimenti innaturali, spesso sproporzionati in quanto ogni quadro è pensato come singolo rispetto agli altri. L'effetto è forzato ma nell'insieme non si nota perché tutto sembra incastrarsi perfettamente. “ Ad esempio in “Free style” (altro quadro esposto) tutto è completamente scomposto ma nell'insieme funziona.”
Il risultato finale completa il filone narrativo suggerito dall'immagine finale pensata dall'artista. Ne “L'oratore”, dove il corpo sembra appoggiato ad una sedia invisibile, la figura conduce il pensiero alla presenza di un uomo che discorre tranquillamente seduto. Mentre ne “La vittima e il carnefice”, una sequenza di polittici, i soggetti diventano due: colui che finge di sparare puntando il dito e colui che incassa il colpo. In questo caso la figura sembra cadere all'indietro e questo effetto è dato proprio dalla posizione del braccio.
I singoli quadri sono eseguiti con olio su tela, arricchiti da inserimenti materici. Una tecnica mista dove prevalgono tonalità beige accostate per un discorso cromatico a della tarlatana colorata di rosso. Inoltre possiamo ammirare monotipi, acqueforti e acquerelli. In questa sezione e scomposizione del corpo umano non si può fare ameno di notare la perfezione tecnica del disegno, l'accuratezza con cui Molle riproduce le braccia nervose e tese, la mano protesa, il corpo che cade, si adagia. Un'attenzione alla figura maschile riprodotta con accurata perfezione. Una maestria paragonabile a quella dei maestri del passato, a Leonardo e Michelangelo ai quali l'arte guarda con venerazione. Molle si è formato al liceo artistico e poi all'Accademia di belle ma afferma di aver sempre disegnato. Dichiara che “la formazione è relativa, conta tanto il lavoro”. E i risultati si vedono.

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