Fino al 4 novembre, nel complesso archeologico di Villa Adriana a Tivoli si celebra il ricordo del giovane Aninoo, attraverso una mostra che rimanda al suo legame con l'imperatore Adriano e alla diffusione del mito della sua bellezza attraverso i secoli
Inaugurata il 5 aprile scorso, la
mostra, allestita all’interno dell’Antiquarium di Villa Adriana, il prestigioso complesso
archeologico di Tivoli oggi patrimonio dell’Unesco, celebra il forte legame che
legò l’imperatore Adriano al giovane Antinoo. Il progetto si è potuto ralizzare grazie al contributo dei più importanti musei italiani ed europei che hanno permesso di esporre al pubblico più di 50
reperti storici, tra sculture, rilievi, gemme e monete, di grande pregio e valore artistico.
Antinoo, ritratto in bronzo, Firenze |
La mostra richiama l’attenzione
per l’eccezionale apertura al pubblico della zona che comprende i resti
dell'Antinoeion, una tomba -tempio dedicata ad Antinoo, fatta costruire da Adriano in
seguito alla scomparsa prematura del giovane e fedele amico. Di ritorno
dall’Egitto nel 133, Adriano, profondamente addolorato per la sua morte, avvenuta per annegamento nel 130 d. C. mentre risalivano le acque del Nilo, progettò in suo onore un grande edificio
commemorativo, collocandolo lungo l’ingresso monumentale che conduceva al vestibolo:
l'Antinoeion per l’appunto. I lavori di scavo, effettuati dalla Soprintendenza tra
il 2002 e il 2005, hanno portato alla luce parte della struttura perimetrale dell’edificio
e l’area dove sorgeva l’esedra, fronteggiata da due templi all’epoca suddivisi
dall’imponente obelisco che oggi ritroviamo collocato al Pincio.
Antinoo, giovane bitinio di rara bellezza, passò alla storia per
la tenera e fedele amicizia con l’imperatore Adriano. Un legame affettivo che
riecheggia nelle pagine di Marguerite Yourcenar nel celebre romanzo “Memorie di
Adriano”. Ma fu sorattutto il suo fascino da fanciullo imberbe, il suo tenero profilo di efebo scultoreo venuto dall’oriente, ad ispirare la fantasia di
grandi artisti, che vollero effigiare nel marmo e nel bronzo la sua fulgida bellezza, al pari di una divinità pagana.
Anche
l'imperatore Adriano,che fu legato al giovane da una profonda ed ambigua amicizia, credette
di riconoscere nel suo viso i tratti di
un dio, e così volle che fosse raffigurato nelle statue che adornavano l’Antinoeion.
Antinoo- Roma Collezione Boncompagni - Ludovisi |
Un lungo percorso cronologico suddivide la mostra in quattro
sezioni tematiche, Nella prima, l’immagine scolpita
di Antinoo si accosta a quella dell’imperatore Adriano. Marmi, busti, pietre incastonate, nonché medaglie e monete
riproducono separatamente il volto dei due personaggi storici a suggellare un
legame che oltrepassa i limiti del tempo e dello spazio. La grazia efebica di
Antinoo viene esaltata in numerose sculture di notevole pregio e perfezione plastica
come il busto di marmo proveniente dai Musei Vaticani, il bronzo conservato al
Museo Archeologico di Firenze, quello in marmo lunense della collezione
Boncompagni Ludovisi e infine quello proveniente dal museo del Louvre.
La seconda sezione si incentra
sulla deificazione di Antinoo. La sua
bellezza, considerata al pari di quella di un semidio, è presa in prestito dagli
artisti come fonte di ispirazione per rappresentare e imprimere nel marmo i
corpi dalle proporzioni perfette di Apollo, Mercurio o del sacerdote Attis. Osservando
le statue che lo ritraggono ora nelle vesti di Mercurio, con le tempie ornate
di ali, o in quelle fanciullesche di Dioniso, si rimane colpiti dalla serena
armonia del suo volto, così tenero e distante, che rimanda alla divina compostezza
delle divinità pagane, lontane e irraggiungibili. A riguardo citiamo la bellissima statua di Antinoo- Mercurio
ritrovata a Villa Adriana di Tivoli, oggi custodita all’Ermitage di San
Pietroburgo, e la testa di Antinoo- Dioniso in marmo bianco, proveniente dalla
collezione Townley custodita al British Museum di Londra.
testa di Antinoo-Dioniso-Londra British Museum |
La terza sezione si incentra
sulle recenti scoperte dell'Antinoeion di Villa Adriana e quindi sulla
rappresentazione di Antinoo nelle vesti di Osiride. Adriano aveva deificato il
suo favorito assimilandolo alla più alta divinità egizia che, secondo il
mito, rinasce dalle acque del Nilo. Il riferimento al dio che risorge dalle
acque nasconde forse la recondita speranza che quel giovane tanto amato e
compianto possa un giorno ritornare in vita e riabbracciare il suo imperatore. Il riferimento alla cultura e alla religione egizia si riscontra anche sulla facciata dei templi prospicienti l'area dove sorgeva l'esedra, sui quali si possono notare bassorilievi con soggetti che rimandano al suddetto stile. Di
notevole pregio lo splendido ritratto di Antinoo-Osiride in quarzite rossa prestato
per l’occasione dalla Staatliche Kunstsammlungen di Dresda.
Ma il suo mito sopravvive ad
Adriano, al tempo e alla storia. L'ultima sezione infatti vuole porre l’accento
sulla fortuna di Antinoo attraverso i secoli e sull’influenza che il suo nome
ebbe nella produzione artistica fino a tempi più recenti, assunto a simbolo di
grazia efebica e giovanile avvenenza, e prestato all’arte che volle plasmare la
materia a sua immagine. Un fascino che perdura nel tempo. Infatti tra i
prestiti concessi in occasione della mostra si può ammirare uno dei preziosi
volumi del "Viaggio pittorico di Villa Adriana" di Agostino Penna del
1831 - 36, che contiene un bellissimo ritratto di Antinoo, oggi conservato
presso i Musei Vaticani, nella Sala della Rotonda.
Ma il nome di Antinoo raggiunge mete più elevate, risuona negli spazi siderei fino a fissarsi tra le stelle, celebrato come un giovane semidio tra le costellazioni della volta celeste.
Ma il nome di Antinoo raggiunge mete più elevate, risuona negli spazi siderei fino a fissarsi tra le stelle, celebrato come un giovane semidio tra le costellazioni della volta celeste.
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