La biblioteca Corsiniana ospita una mostra celebrativa dedicata al bicentenario della nascita del grande compositore italiano Giuseppe Verdi.
Si conclude così il ciclo delle celebrazioni dell'Unità d'Italia rendendo omaggio a colui che seppe interpretare con le sue opere il sentimento dei patrioti italiani
(testo e foto R. Orsini)
Emozionante e ambiziosa la mostra dedicata dalla città di Roma al bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi (Roncole di Busseto 1813- Milano 1901), il grande compositore emiliano indiscusso protagonista e interprete del risorgimento italiano. L'allestimento è frutto di una sinergica collaborazione tra l’Istituto Nazionale Studi Verdiani, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e il Teatro dell’Opera di Roma.
Sfarzosa è l'ubicazione scelta per l'occasione. Si tratta della splendida e ricca biblioteca Corsiniana che correda la prestigiosa Accademia dei Lincei. Nove sale, dominate da splendidi affreschi del settecento sfiorati dalle ricche ed enormi scaffalature che custodiscono libri di gran pregio contenenti gran parte dello scibile umanistico e scientifico dei secoli passati. Ovunque regna lo stemma della lince, anima simbolo dell'Accademia, dipinto su piccoli scudi di legno affissi agli angoli delle pareti.
Emozionante e ambiziosa la mostra dedicata dalla città di Roma al bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi (Roncole di Busseto 1813- Milano 1901), il grande compositore emiliano indiscusso protagonista e interprete del risorgimento italiano. L'allestimento è frutto di una sinergica collaborazione tra l’Istituto Nazionale Studi Verdiani, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e il Teatro dell’Opera di Roma.
Sfarzosa è l'ubicazione scelta per l'occasione. Si tratta della splendida e ricca biblioteca Corsiniana che correda la prestigiosa Accademia dei Lincei. Nove sale, dominate da splendidi affreschi del settecento sfiorati dalle ricche ed enormi scaffalature che custodiscono libri di gran pregio contenenti gran parte dello scibile umanistico e scientifico dei secoli passati. Ovunque regna lo stemma della lince, anima simbolo dell'Accademia, dipinto su piccoli scudi di legno affissi agli angoli delle pareti.
In occasione di questa
importante celebrazione che ha coinvolto le istituzioni nazionali in
eventi e iniziative culturali a tema su tutta la penisola,
l'Accademia dei Lincei, attraverso questa mostra inaugurata il 13
dicembre in presenza del Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano e che sarà aperta al pubblico gratuitamente fino all'8
febbraio 2014, raccoglie ed espone le testimonianze storiche ed
artistiche che analizza il rapporto tra il grande compositore e la
città di Roma nel suo divenire nel corso del XIX secolo da città
papalina a capitale d'Italia.
e soltanto in occasione del debutto delle sue grandi opere nei maggiori teatri romani, comela Battaglia di Legnano (al Teatro Argentina nel 1849), Il Ballo in Maschera (al Teatro Apollo nel 1859), il Flastaff (al teatro Costanzi nel 1893), nonché L'Otello e Il Trovatore. Allestimenti contrassegnati spesso da spiacevoli attriti con gli impresari romani accusati dal compositore di mediocrità a approssimazione, ma anche dal severo controllo della censura che a Roma agisce implacabile sui libretti d'opera imponendo dure e complete rivisitazioni come quella subita dal libretto del Gustavo III che completamente riscritto si trasformerà nel “ballo in maschera”.
Giuseppe Verdi in un
certo qual modo rappresenta e interpreta il sentimento nazionale dei
nostri patrioti e il momento culmine del risorgimento che vede
finalmente realizzarsi l'agognato sogno di unificazione del popolo
italiano. Verdi, il cui cui acronimo verrà interpretato come inno al
nuovo re d'Italia “Vittorio Emanuele Re D'Italia”, assurgerà a
grido patriottico di libertà dallo straniero in nome di un nuovo
stato libero e indipendente, la cui eco si diffonderà festosa per le
strade delle città.
Con
questa mostra si conclude il ciclo delle celebrazioni sull'unità
d'Italia, che ha visto susseguirsi una serie di interessanti eventi
culturali aperti al pubblico nei palazzi del Quirinale, a Palazzo
Altemps e al Vittoriano. Oggi anche l'Accademia dei Lincei partecipa
alla commemorazione storica del risorgimento rendendo omaggio a
Giuseppe Verdi, colui che più di altri s'identifica, dopo Garibaldi,
col sentimento patriottico.
Ampia la documentazione
esposta relativa agli allestimenti scenici dell’opera verdiana a
cavallo fra il diciannovesimo e il ventunesimo secolo. Ci colpisce
d'impatto la teca che conserva la tuba e i guanti bianchi indossati
dal compositore, indumenti che lo caratterizzano nei famosi ritratti,
come quello realizzato da Boldini nel 1886. Le stanze solitamente
dedite allo studio e alla consultazione dei preziosi volumi sono oggi
abitate da silenziosi manichini che vestono i costumi indossati dai
protagonisti delle opere verdiane nei teatri romani. Cosicché
possiamo ammirare già nella prima sala lo splendido abito verde di
Violetta riflesso in un grande specchio che produce un artificioso
effetto di profondità.
Un gioco di specchi che
si ripete nelle altre sale e che ci permette di ammirare i costumi da
ogni angolazione per coglierne il loro splendore. Sono costumi di
scena realizzati da grandi stilisti come Luigi Sapelli (in arte
Caramba), Odette Nicoletti, Luchino Visconti, Anna Biagiotti, e che
sono stati indossati dai grandi protagonisti del bel canto come
Luciano Pavatotti, di cui si può ammirare il vestito del Rigoletto,
e il famoso interprete verdiano Tito Gobbi, di cui quest’anno
ricorre oltretutto il centenario dalla nascita e di cui, per gentile
concessione del Museo di Bassano del Grappa, sua città natale, sono
esposti tre dei suoi splendidi costumi, quello del Falstaff, di Simon
Boccanegra e quello di Jago. Infine gli abiti indossati da
Antonietta Stella, attivissima interprete verdiana a Roma fin dal
1951.
Cosicché le sale della
biblioteca ci sembrano abitate dagli spiriti dei personaggi verdiani,
fantasmi provenienti da un passato glorioso che ci introducono in
questo viaggio onirico nel mondo dell'opera. Le bacheche di vetro
custodiscono il materiale artistico di Verdi e di coloro che hanno
collaborato alla messa in scena dei suoi lavori Possiamo ammirare i
libretti, i pentagrammi, le locandine originali delle prime romane, i
bozzetti da cui sono stati realizzati i costumi, nonché le numerose
scenografie prima fra tutte quella de 'Il ballo in maschera”. Sono
cimeli d'autore di grande valore prestati per l'occasione
dall'Archivio storico del Teatro dell’Opera, tra i quali ritroviamo
i lavori di Filippo Peroni, Romolo Liverani, Giuseppe Betoja e
Giuseppe Rossi, che con il loro apporto hanno contribuito al successo
degli spettacoli. Ogni cimelio conserva un fascino indescrivibile
perché racchiude il laborioso impegno degli addetti ai lavori siano
autori, compositori, costumisti e allestitori di scena.
L'ultima sala si presenta allestita, oltre che dalle fotografie e dai ritratti d'epoca, da un importante apparato multimediale dove è possibile visionare ed ascoltare brani tratti dalle opere e accedere ad interessanti approfondimenti tematici. Aleggia nell'aria lo spirito del compositore laddove uno splendido busto in bronzo sembra approvare dall'alto del suo piedistallo il lavoro degli allestitori.
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