domenica 23 novembre 2014

Adriana Pignataro "Percezioni spaziali"


Fino al 1 dicembre la galleria Vittoria a Roma ospita una personale di Adriana Pignataro intitolata “Percezioni spaziali”

Una serie di lavori su carta dove la materia si fonde con la pittura nella continua ricerca della luce. 


dal 19 novembre al 1  dicembre 2014
Galleria Vittoria
Via Margutta 103 Roma

(testo e foto Rosa Orsini)
Il percorso creativo di Adriana Pignataro basa la sua ricerca espressiva sulla manipolazione e sul riciclo della materia, nel tentativo riuscito di donarle, attraverso una revisione concettuale ed artistica, nuova vita e significato. Affascinata dalla tematica di Burri, all'interno di una cornice visiva, astratta ed informale l'artista realizza delle interessanti composizioni utilizzando una tecnica mista su carta, cartone e altri materiali di recupero.
La materia si fonde con la pittura creando una serie di sovrapposizioni di carte e di giustapposizioni di piani, di zone a taglio rettilineo o a strappo. Nuove soluzioni espressive proprie di un astrattismo concettuale e personale che focalizzano l'attenzione sui fasci di luce che squarciano l'oscurità. Un lavoro contrassegnato da incursioni cromatiche presenti a più riprese e sviluppate secondo gli stati d'animo dell'artista. Una indagine continua, eseguita con esperimenti di colore puro, oro e acquarello. Sono queste le elaborazioni visive che caratterizzano il segno, la grafia e la tematica di Adriana Pignataro.
Luce e materia sono dunque i soggetti su cui si incentra il lessico astratto di quest'artista nella continua ricerca personale di lambire i confini dell'infinito dove la positività espressiva della sua arte sposa la felicità. Pignataro spazia nell'immateriale trascendenza della luce. Le sue percezioni spaziali superano i limiti della dimensione fisica per raggiungere vette sempre più ardite.“Insegue e crea nuovi orizzonti di senso... infrange le tradizionali regole del linguaggio visivo dove immaginazione e fantasia intervengono a trasfigurare i dati di realtà, affinché questi possano assumere un senso.” (C. Bardi) La luce dell'oro simboleggia la verità che riconduce alle coscienze, all'illuminazione. Ma è un viaggio senza fine.
La verità e la varietà della realtà dipendono fondamentalmente dall'approccio percettivo” di chi si pone di fronte al lavoro artistico.
La tela è movimentata da frammenti cromatici, acquerelli a tinte fredde grigio-oro, incursioni di giallo e azzurro nei collages, nelle composizioni astratte di linee, rettangoli e segmenti scomposti. Combinazioni di pochi colori che costituisco una variante della sua costante ricerca della luce. L'arte dialoga con la materia, non solo carta ma anche lastre di ferro. Ecco un altro materiale tanto caro alla Pignataro.
Nella precedente mostra intitolala “Bianco e nero” presentata con Anna Maria Pignataro al teatro dei Diosuri a Roma lo scorso ottobre, l'artista aveva incentrato i suoi lavori sulla contrapposizione tra bianco e nero. Sulla carta lacerata sulla tela il buio si squarcia, lascia intravedere una speranza di luce, un chiarore che emerge furioso e imponente dalle profondità notturne. In questo allestimento l'artista invece sembra essersi liberata dalla negatività della contrapposizione concettuale e dualistica degli opposti tonali. Emerge dalle profondità oscure dell'inconscio e abbraccia la luce solare. Gode appieno della sua positività, dell'illuminate bagliore dell'oro, richiamo visivo all'aurea lux. Come afferma l'artista l'oro è la risultante di questo percorso che brama il ricongiungimento con l'infinito.
Ma in questo astrattismo informale ed imperante, dove il bianco e l'oro si affiancano a brandelli di carta nera strappata, lacerata, c'è una piccola apertura all'arte figurativa (ne “Il silenzio” una sagoma umana di cartone emerge dal fondo, un ritorno forse alla presenza umana, ad un'identità ritrovata rispetto allo spazio percepito oltre le facoltà sensoriali) e ai paesaggi marini (Orizzonte), dove l'effetto di profondità si raggiunge per mezzo di forme rettangolari sospese che inquadrano un lontano orizzonte.
Inaugurata il 19 dicembre la mostra ha richiamato amici ed estimatori dell'artista che generosamente ci ha dedicato una piccola intervista dove parla della sua tematica e della sua passione per l'arte, nata da quando era bambina.

Domanda: La mostra al teatro dei Dioscuri era tematica, incentrata sul bianco e nero, permeata dalla ricerca della luce. Il buio che va verso la luce è un tema presente in tutti i suoi lavori. Qui però c'è una luminosità ulteriore, una positività diversa dovuta soprattutto alla presenza dell'oro. Si può dire che la luce, superata la ricerca, gode appieno di qualcosa che va verso l'illuminazione.
Pignataro: La presenza dell'oro rientra in una tematica che ho sempre inseguito nei miei lavori. Una costante. E' tutto un processo che va verso la luce, e l'oro è il punto finale di questo lavoro di ricerca.
Domanda: Mi racconti un po' i lavori presentati in questa personale.
Pignataro: Alcuni di questi quadri li ho esposti alla galleria Polid'Arte a Spoleto. A questi ho aggiunto altri lavori, tutti incentrati sulla luce e sull'oro. Poi ci sono degli acquerelli fatti su cartone riciclato. Il recupero e l'elaborazione dei materiali riciclati è un'altra tematica dei miei lavori.
Domanda: Come concilia l'attività di avvocato con quella di artista?

Risposta: L'ho sempre fatto. È la passione che mi porta a fare tutto questo. A conciliare le due attività Mi ritaglio sempre del tempo, la mattina presto o la sera, da dedicare all'arte.
Domanda: E' nata prima la passione per l'arte o quella per l'attività forense?
Risposta: Prima la passione per l'arte. Il resto è venuto da sé. Ho iniziato a dodici anni. Ho ricevuto il primo premio a 13 anni. in Umbria a Orvieto. Ero proprio ragazzina, facevo le medie. Ho vinto il Premio Regione Umbria presentando un acquerello che è stato esposto alla sala dei Priori a Perugia. Ho cominciato così.
Domanda: C'è un artista a cui lei si ispira?
Pignataro: Sì. Burri. Non è che mi ispira ma mi ha sempre affascinato per l'elaborazione della materia.
Domanda: La sua è un'arte che si esprime su diversi piani creativi. Non è semplicemente pittura ma diventa collage.
Pignataro: Diciamo che è la materia che mi porta a tutto il resto, a comporre e a creare. Soprattutto la carta. Mi ha sempre attirato la carta come strumento su cui lavorare. Inoltre sono interessata al recupero e al riciclo della materia nel tentativo di dargli una nuova vita, altri significati. Dalla manipolazione della materia deve sempe uscire qualcosa.
Domanda: L'idea dei suoi lavori nasce a monte?
Pignataro: No, l'idea nasce in contemporanea mentre lavoro.
Domanda: Il risultato finale deve essere quindi una sorpresa?
Pignataro: Non proprio perché deve essere anche studiato. Diciamo entrambe le cose. Ci deve essere un equilibrio tra la materia e i colori.

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