Lauro Papale presenta la personale “geo metrica mente – percorsi confluenti”.
In mostra fino al 13 dicembre alla galleria Vittoria di Roma una selezione di lavori realizzati in ceramica seguendo il procedimento dell'antica tecnica Raku.
Galleria Vittoria
Via Margutta 103 ,Roma
(testo e foto Rosa Orsini)
(testo e foto Rosa Orsini)
Il titolo racchiude in sé
la filosofia intrinseca dei lavori di Lauro Papale.
Il termine Geo, la
terra e quindi l'argilla, plasmata dalle sapienti mani dell'artista,
si fonde con metrica a comporre la parola geometria,e quindi
sezione, il segno che caratterizza la figura astratta o scomposta.
Infine mente, l'idea che elabora, l'embrione creativo che
genera l'opera finita, realizzata tramite la trasformazione della
materia da inerme a figura plastica, da polvere a volume.
Astrattismo, simbolismo
ma anche arte figurativa, benché riformulata da una personale
interpretazione, connotano il lavoro dell'artista. Alla base un lungo
percorso di ricerca e sperimentazione. Lauro Papale coglie nel segno
e nella forma suggeriti dalle molteplici riproduzioni della natura la
fonte ispirativa della sua arte, aspira quindi al compimento di un
ordine armonico che ritroviamo in ogni singolo aspetto di vita e di
forma. Nei suoi lavori emerge la genesi catartica dell'idea
riconducibile all'albore dei tempi.
Individuale versione del
linguaggio in cui la sintesi a cui l'idea in gestazione confluisce
tramite l'opera ultimata si impernia di elementi culturali
pervenutici da antiche civiltà che, attraverso la lavorazione della
materia, determinano il profilo unico e distinguibile della sua arte.
Contaminazioni di civiltà
passate come quelle precolombiane rivivono nella ceramica Raku, di
antica matrice orientale, utilizzata per creare le tazze della sacra
cerimonia del tè. Due civiltà agli opposti, geograficamente e
culturalmente, distinte da proprie e peculiari pratiche e conoscenze
artistiche. In questo dialogo interculturale si uniscono rituali
sacri e simboli pagani accomunati dalla scelta della materia, ossia
l'argilla, lavorata in maniera sublime in virtù di un procedimento
affinato nel corso dei secoli.
Papale subisce la
fascinazione della tecnica Raku, allettato dalla manipolazione
dell'argilla e dal metodo di lavorazione, che porta ad eccellente
risultati di smaltatura e lucidità della superficie. Guardando al
passato riproduce oggetti intrisi di una sacralità antica, tipica
delle civiltà americane: totem, profili di guerrieri,
personificazioni divine, animali e uccelli. Plasticità e forma,
cromaticità e tridimensionalità sono la risultanza di queste
sculture smaltate che riflettono alla luce le mille sfaccettature
colorate assemblate nell'impasto.
Equazioni di un
linguaggio espressivo, di volumi plastici dove la figura, ruotando
intorno ad un perno, concede allo spettatore più punti di
osservazione. Dove la tecnica smaltata appare perfetta nella sua
uniformità. L'armonia risultante dalle composizioni geometriche, dai
tasselli colorati e dalle infinite combinazioni cromatiche, richiama
ad allitterazioni visive di oggetti, forme e semplici segni di
retaggio ancestrale.
L'artista non nega che il
suo percorso di studio, arricchito nel corso degli anni da conoscenze
artistiche di matrice classica quanto provenienti da civiltà lontane
oltre i confini fisici del nostro paese, abbia permesso di
raggiungere appieno quella maturità artistica che oggi caratterizza
i suoi lavori. Papale nasce come pittore e questa competenza emerge
dal sapiente accostamento dei colori, dalle basi cromatiche che
accentua per dare profondità e volume alla figura. Trasferisce la
sua competenza nella ceramica per poi dedicarsi alla scultura del
ferro che si presta ad assumere la forma di un segno, ad interpretare
il simbolo.
A monte l'Idea
precostituita, abbozzata su modellini di carta o negli studi
preparatori dei lavori su legno. E, per quanto riguarda la ceramica,
anche fortuita combinazione degli elementi dovuta al rimpasto
dell'argilla. Infine l'opera finita che emerge dal metodo di cottura
e raffreddamento. Passaggi lenti, attenti e scrupolosi dettati dalla
preziosa tecnica ceramica, raffinata e delicata.
La mostra allestita
all'interno della galleria Vittoria si compone quindi di figure
scomposte, di composizioni astratte di linee, di curve e di segni,
nelle quali confluiscono le sinergie di una dialettica interculturale
antica quanto il mondo a cui apparteniamo. Globalizzazione di un
linguaggio che ricalca le impronte di civiltà agli antipodi che
affondano le radici nel passato, ma che cavalca anche la
contemporaneità del nostro secolo.
Nessun commento:
Posta un commento