martedì 18 novembre 2014

LINE UP una retrospettiva di Steven Guarnaccia alla galleria Tricromia di Roma


Steven Guarnaccia espone i suoi disegni “in linea”

Design, colore e tanta ironia sono protagonisti di questa bellissima retrospettiva in mostra fino al 5 dicembre.


Dal 15 novembre al 5 dicembre 2015
galleria d'arte Tricromia
via della Barchetta 13, Roma


(testo e foto Rosa Orsini)
L'illustrazione, rappresentata in questo caso dal disegno umoristico e dalla copertina d'autore, merita un discorso a parte nell'ambito delle arti figurative. Portatrice di un linguaggio specifico, immediato, fatto di immagini, piccole frasi o parole chiave, e brevi disegni in sequenza, a volte racconta una storia, una situazione, gioca con bizzarri abbinamenti di cose e soggetti, spesso strizza l'occhio ad aspetti buffi della natura umana. L'illustrazione ha la capacità di sdrammatizzare la realtà e trasmettere, attraverso una trasposizione immaginifica degli oggetti simbolo del benessere e delle varie categorie di persone, quella leggerezza che ci fa sorridere o ridere di noi stessi.
L'illustrazione nasce e cresce affianco alla produzione editoriale, fa da copertina, da immagine simbolo. E' la sua bandiera Col tempo si evolve nella forma e nei contenuti, mantenendo integra la sua peculiarità artistica. Oggi è giunta a dei livelli espressivi della realtà, soggettivata dall'estro del singolo autore, che la svincola dal contesto editoriale. Quella dipendenza iniziale dalla stampa si è allentata a tal punto da far acquisire al disegno illustrativo una propria identità. L'illustrazione diviene così mezzo di comunicazione, veicolare di un messaggio che l'artista vuole tramettere al pubblico a suo modo e con l'ironia sottile e arguta di chi comprende il mondo intorno a sé, lo assimila ma soprattutto sa reinterpretarlo. Per capire ciò che il disegno sottintende bisogna far parlare la parte fanciullesca che serbiamo nel nostro inconscio, scevra di condizionamenti sociali e morali.
Steven Guarnaccia rappresenta appieno la potenzialità espressiva dell'illustrazione trasferendo nei tratti del disegno la propria unica e singolare personalità.
Una carriera prestigiosa alle spalle, lunga 35 anni, che lo ha visto evolversi come artista a tutto tondo. Guarnaccia amplia il panorama delle sua capacità alternando l'attività di illustratore per importanti giornali come Rolling Stones, Abitare e soprattutto il New York Times, dove ha ricoperto fino al 2005 la carica di Art Director della pagina delle opinioni, a quella di designer per grandi marchi internazionali come la Swatch. I suoi lavori, realizzati con penna, inchiostro e acquarelli, rivelano anche l'abilità di illustratore di libri per bambini e di covers per magazines.
Artista dotato di un animo gentile e garbato, grande ammiratore della cultura italiana, si mostra disponibile a raccontare il suo lavoro. Questa apertura all'interazione col pubblico si affianca al desiderio di insegnare ai giovani illustratori questo bellissimo mestiere. Per questo motivo oggi ricopre il ruolo di Professore Associato della Parsons The New School for Design a New York.
Guarnaccia ci apre le porte del suo mondo fantasioso e dichiara la sua ammirazione per i grandi illustratori italiani degli anni 20. Ma la sua storia personale e professionale fa sì che la tecnica acquisita superi quella dei maestri del passato. Oggi Guarnaccia ha un posto di rilievo nel panorama degli illustratori contemporanei. “Line up” è una retrospettiva sui suoi lavori nei quali ha cercato attraverso il segno della matita di avvicinarsi alla terza dimensione dimostrando soprattutto come con pochi tratti la linea trasmetta carattere ad un soggetto che a sua volta come personaggio trasmette un'idea.
La " line-up " è la classica sfilata di possibili autori di un crimine di fronte alla vittima chiamata a riconoscerlo. La mostra è quindi un confronto all'americana, una mostra in linea di un lavoro complesso e vario, in esposizione fino al 5 dicembre alla galleria Tricromia a Roma. Uno spazio dedicato all'illustrazione e al disegno che ha ospitato illustri rappresentanti del settore.
Varie serie di disegni a tema sono esposti sulle pareti della galleria: la serie Newyorker, in bianco e nero su carta acetata, ritrae una sequenza di improbabili musicisti, dove le figure umane si fondono con gli strumenti componendo delle bizzarre e fantomatiche figure: nella serie Abitare l'artista disegna mobili che hanno la forma di lettere in corsivo o sono affiancati a penne e cornette di telefono giganteschi. Divertente la vetta di una rupe dove le case hanno il profilo degli stambecchi; in Domus ritrae sedie colorate che diventano rami di alberi come a sottintendere la materia che si fa oggetto di design; e infine le Covers e i Books, tutti disegni a colori su carta dove Guarnaccia trasforma i personaggi caricandoli di significati, trasferendo in essi il suo pensiero che ci rivela in questa breve intervista.

Domanda: Su che cosa è incentrata la mostra?
Steven: Direi che la maggioranza dei disegni trattano del design. Sono un grande fan del design, però non riuscirei a progettare una poltrona, per esempio. Sono uno che lavora in tratti, su due piani, due dimensioni. La terza devo dire che mi sfugge. Così l'unico modo per avvicinarmi alla terza dimensione è utilizzare il disegno. Per tale motivo questi disegni hanno come soggetto un gioco di accostamenti con mobili, case, o altre cose.
Domanda: Ricordano le strisce dei fumetti che appaiono sui giornali. C'è un riferimento al passato?
Steven: Sono molto affezionato agli illustratori degli anni 20 e 30 italiani come Sergio Tofano, Carlo Bisi, e altri. Ma anche ai fumetti e cartoni animati americani. Li ho seguiti fin da piccolo vedendoli in televisione. E' così che ho deciso di iniziare questo lavoro e seguire le loro orme.
Domanda: C'è molta ironia nei disegni.
Steven: Spero che si noti. Il mio intento non è solo fare un disegno decorativo, ma soprattutto trasmettere qualcosa che non sia meramente informativo, ma che abbia dei concetti. E secondo me i concetti si presentano meglio con un po' di umorismo, con spirito.
Domanda: L'ispirazione da cosa nasce. Sempre da questa passione per il passato, per l'illustrazione anni 20 o dalla contemporaneità di oggi?
Steven: Dalla mia contemporaneità. Io vivo nel momento. Non guardo al passato per ispirazione. Ho già visto tutte queste cose, le ho assimilate e sono sempre con me. Però neanche mi guardo intorno, anche se sono un grande fan di tutti i media. Diciamo che sono più che altro ispirato dalla vita quotidiana e dai miei sentimenti.
Domanda: I disegni sono molto singolari. Come è riuscito nel suo lavoro ad essere così originale?
Steven: Io credo e spero di esprimere la mia personalità, il mio modo di vedere ma anche il mio modo di pensare. La cosa più importante per l'artista secondo me è esprimersi in un modo o nell'altro. E se è fatta bene diventa una cosa unica.
Domanda: Lei ha una bellissima carriera. Una carriera prestigiosa al New York Times a cui si affiancano importanti collaborazioni con il Moma e la Disney. Ma come ha iniziato l'attività di illustratore?
Steven: Devo dire che il mio primo cliente è stato proprio il New York Times. Ho cominciato da subito a lavorare per questo importante giornale. Ma erano altri tempi. Ho cominciato nel '77 quando la stampa era uno dei più forti mezzi di comunicazione. C'erano tantissimi giornali, rivisti, libri. C'erano tante possibilità. Non c'eran alcun dubbio sul futuro del libro o della stampa. Così veniva data la possibilità ai giovani illustratori di esprimersi attraverso i mezzi stampati.
Domanda: Invece come lo vede oggi il futuro ?
Steven: Secondo me la stampa non sparirà mai. Ma vedo che oggi viene utilizzata solo per determinate cose, per quello che può essere riprodotto soltanto su carta. Per un settore non proprio di nicchia ma specializzato. Anche se la tecnologia è in continua evoluzione. Ci sono tecnologie neanche tanto vecchie che ormai sono impossibili da leggere. Come il floppy disc, per esempio. Invece abbiamo libri del 500 che sono pervenuti fino a noi, lì possiamo vedere, in alcuni casi leggere.

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