Galleria Artisti ai Banchi
Via dei Banchi Nuovi 21c Roma
(foto e testo di Rosa Orsini)
Una piccola galleria a
via dei Banchi Nuovi, al centro di Roma, presenta fino al 20 novembre
un interessante lavoro di Lena Salvatori, pittrice di grande
sensibilità, che nasconde dietro una tenera timidezza il genio
creativo di una mente illuminata che basa sullo studio e sulla
sperimentazione della pittura la ricerca di una tecnica personale.
Il paesaggio, la campagna sono i soggetti di questi quadri suggestivi
avvolti nell'ombra del crepuscolo.
Una natura che sta scomparendo soffocata dal cemento, quella della campagna romana che l'artista osserva passiva dipanarsi velocemente davanti ai suoi occhi attenti nel suo viaggio quotidiano che da Tivoli la conduce a Roma. Ispirata ai paesaggisti romantici dell'ottocento Lena Salvatori supera il limite della percezione sensoriale affidando il suo genio creativo alla conoscenza scientifica che apre le menti, allarga gli orizzonti. Pertanto l'artista apprende voracemente ciò che oggi la conoscenza ci elargisce, prodiga di insegnamenti, per poi accantonare i condizionamenti e dare libero slancio alla sua vena artistica.
Una natura che sta scomparendo soffocata dal cemento, quella della campagna romana che l'artista osserva passiva dipanarsi velocemente davanti ai suoi occhi attenti nel suo viaggio quotidiano che da Tivoli la conduce a Roma. Ispirata ai paesaggisti romantici dell'ottocento Lena Salvatori supera il limite della percezione sensoriale affidando il suo genio creativo alla conoscenza scientifica che apre le menti, allarga gli orizzonti. Pertanto l'artista apprende voracemente ciò che oggi la conoscenza ci elargisce, prodiga di insegnamenti, per poi accantonare i condizionamenti e dare libero slancio alla sua vena artistica.
C'è
una ripetizione nei soggetti riprodotti sotto luci e sfumature
diverse. L'artista riesce a cogliere i cambiamenti impercettibili
della luce che tramonta tra le pieghe del cielo, tra i rami
intrecciati o sopra le piane distese che sfumano all'imbrunire.
Nonostante ad un primo approccio la serialità dei soggetti confonda
lo sguardo, le differenze cromatiche, i giochi di luce che emergono
dallo sfondo diversificano i quadri uno dall'altro donando ad ognuno
un segno di originalità. L'atmosfera crepuscolare fa sognare e la
disposizione sulle pareti delle tele a trama grezza, spoglie, senza
cornice, dà l'idea di trovaci in un piccolo teatro circondato da una
scenografia assemblata da singoli pezzi, in una foresta incantata
dove elfi, fate e gnomi si incontrano per suggellare un patto
segreto.
Lena Salvatori
proprietaria di questa piccola galleria o meglio come lo chiama lei
di un negozio di quadri mi racconta il suo percorso artistico. Prima
di aprire questa spazio aveva una libreria a via Ripetta. Era una
libreria di libri d'arte. Ma le vicissitudine l'hanno portata ad
aprire questo piccolo ma elegante negozio di quadri.
Domanda: Lei ha sempre
dipinto?
Lena: Sì, da
quando ero piccola. Prediligevo soggetti figurativi. Ho fatto
l'accademia ma non l'ho finita, perché poi ho studiato restauro. E
poi ho incominciato a lavorare in libreria a via Ripetta dove si
vendevano libri d'arte.
Domanda. A cosa si è
spirata principalmente per la realizzazione di questi quadri che
peraltro sono molto suggestivi?
Lena: Per questi
paesaggi mi sono ispirata alla pittura romantica. Cercavo un soggetto
diverso dalla figura per mettermi un po' alla prova, diciamo. Mi
piace molto la pittura romanica ma mi piaceva soprattutto la
filosofia che c'è dietro l'osservazione del paesaggio. Però dovevo
trovare anche una maniera un po' diversa per essere in sintonia con i
nostri tempi.
Domanda: Queste tele
ad un primo sguardo sembrano riprodurre lo stesso soggetto ma in
realtà ci sono delle differenze che li contraddistinguono.
Lena: Infatti la
mostra si chiama “variazioni su un tema di paesaggio” nel senso
che mi interessava la serialità, la variazione, il piccolo
cambiamento. Lo stesso soggetto non è l'albero o il cespuglio, è la
campagna intorno a me. Poi in questo periodo sono andata ad abitare
vicino Tivoli quindi facendo sempre in macchina Roma Tivoli ho potuto
osservare un paesaggio che per me è diventato abituale, anche molto
rovinato. Ma non solo con l'edilizia. Si è guastato anche il modo di
vivere. Il senso della natura non c'è più. Anche se uscendo da Roma
c'è sempre come un sospiro quando ti vedi davanti un pezzetto di
campagna. All'inizio mi sono detta che come tema il paesaggio poteva
essere interessante. Anche per rimanere attaccato a quello che stavo
vivendo in quel momento.
Domanda: I quadri sono
un po' crepuscolari. Le tonalità sono per lo più scure su uno
sfondo evanescente.
Lena: E' il caso,
diciamo, perché all'inizio comunque ritraevo l'alba e il tramonto,
quando c'è una luce un po' più particolare. Però di giorno è più
complicato perché c'è troppa luce e il colore del cielo è
uniforme.
Domada: Quindi lei è
affascinata da questa atmosfera più notturna.
Lena: Be sì, non
perché sia notturna ma perché ci sono più effetti di luce,
sfumature particolari. Qualche volta c'è la nebbia, qualche volta
un'aria strana, una luce gialla. Io quando dipingo cerco di non
pensare. Poi accade che c'è una cosa che mi colpisce così dal vivo,
istintivamente.
Domanda: Lei dipinge
dal vivo?
Lena: veramente
no. Ma questi quadri non sono ricostruiti neanche a memoria perché
ho utilizzato anche le foto per ricostruire la memoria. Poi
interviene il caso. Proprio per evitare di essere troppo figurativa
come è il mio segno naturale ho scelto una tela a trama grossa, cioè
mi sono creata delle difficoltà e ho cercato di incontrare anche il
caso. Come le pieghe della tela, il colore che ti capita sotto mano.
Di trovare proprio nel procedimento stesso una tecnica. Una tecnica
che trovi strada facendo.
Domanda: Quindi il soggetto nasce da
tante componenti, non soltanto dall'idea.
Lena: Per esempio
ho pensato che i pittori romantici guardavano il paesaggio con lo
spirito del tempo. Oggi i tempi sono diversi. Io ho ricominciato per
esempio a studiare. Ho pensato “vediamo come sono arrivati con
l'ottica” e così ho scoperto i fotoni, e da lì le particelle.
Quindi ho studiato un po' fisica, filosofia, letteratura. Diciamo
che ho cercato molte ispirazioni. Con questo voglio dire che oggi
abbiamo una serie di conoscenze diversa dalla realtà dell'ottocento.
Poi però quando dipinto cerco di dimenticare. Assimilo prima e poi
vedo che esce fuori. E' una sorpresa anche per me. Io non trovo la
pittura un'espressione di me stessa, assolutamente. Nel senso diciamo
che l'ispirazione devo trovarla lì per lì, deve sorprendere me
personalmente mentre dipingo.
Domanda: Questa è la
sua prima mostra?
Lena: Ho fatto
un'altra mostra personale qui a Roma e delle collettive. All'inizio,
quando ho smesso di lavorare, non pensavo di farne un lavoro. Anche
se ho sempre avuto la passione della pittura, compreso il fare copie
dei pittori che amo e che sono tanti. La prima copia l'ho fatta
quando avevo nove anni. Era un Cezanne, “la tovaglia con le mele”.
In vita mia ne ho copiati tanti. Quando ero adolescente copiavo gli
impressionisti. Quando ho chiuso la libreria volevo fare qualcosa di
difficile e ho copiato un Vermeer. Poi per caso avevo la nipotina che
voleva dipingerlo pure lei. Ho fatto una foto alla nipotina e poi ho
fatto un quadro alla nipotina. Cose così da hobbista. Anche
tecnicamente avendo studiato restauro. Fare le copie mi piace da
questo punto di vista come studio della pittura. Così, facendo copie
ho cominciato a dipingere delle figure. La prima mostra erano
composta da quadri figurativi ma non pensavo di fare un lavoro
artistico, erano quadri per me. Poi è capitato di esporre e quindi
ho cominciato a pensare che questa poteva essere la prima di una
serie di lavori. L'ho pensato quindi come lavoro.
Domanda: Invece questa
galleria d'arte che cosa propone solitamente?
Lena: Intanto io
non la chiamo una galleria d'arte ma un negozio di quadri, nel senso
che adesso c'è una personale, ma prima c'erano quadri di vari
autori, alcuni astratti, alcuni figurativi. Erano messi a
disposizione di un pubblico che voleva acquistarli.
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