Forme e colori di un universo marino,
bizzarro e surreale
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8 March Fish |
(testo Rosa Orsini)
Presentata alla galleria
Vittoria di Roma la prima personale dell'artista romana Renata
Solimini.
Un tuffo in un fantasioso
mondo marino, un acquario di pesci dalle forme bizzarre e colorate
che accedono le pareti della storica galleria, risucchiandoci in un
vortice di emozioni visive. Riallacciandosi alla rappresentazione
simbolica della femminilità, espressa mediante i dettami della
cultura cinese, l'artista attinge
spunto ed ispirazione dal mondo acquatico.
La fascinazione per
l'oriente l'ha portata a completare gli studi accademici di
Letteratura Cinese all'università “La Sapienza” di Roma, e a
frequentare, durante un soggiorno in Cina, i corsi di calligrafia e
pittura tradizionale con dei maestri locali. Questa esperienza, unica
e personale, ha avuto un'influenza decisiva sul suo percorso
artistico, permettendole di pervenire ad una maggiore consapevolezza
del suo fare pittura, soprattutto con riguardo alla scrittura
orientale, matrice originaria di un linguaggio visivo. Cosicché la
grafologia pittorica le consente di giungere, in questo contesto, ad
un'interpretazione personale di un simbolo riconosciuto dalla cultura
cinese.
La figura del pesce,
proposta ripetutamente come soggetto compulsivo, concettualizzato ed
interpretato dall'elaborazione creativa della Solimini, cela dietro
la parvenza di una “gaia rappresentazione ittiologica”, una
valenza più profonda, che scaturisce dall'introspezione psicologica
del femminile.
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Medusa |
La sua natura di genere
la porta ad immergersi nella dimensione acquatica per risalire ad un
realtà antica, ancestrale, associando il mare all'utero materno, e,
ancor più, all'idea procreatrice del brodo ancestrale, da cui ha
avuto origine il mondo.
Ma Renata estende il
pensiero ad un linguaggio universale. Nell'analisi introspettiva,
anche il concetto di armonia assoluta, espressa dallo yin e dallo
yang, del femminile e del maschile, trova spazio tra i suoi soggetti.
Il pesce e la stella marina, figure che rappresentano i due elementi,
coabitano gli spazi marini, onirici, surreali, suggestivi.
Prevale soprattutto un
grande senso del colore, “innato” come afferma l'artista. Un uso
magistrale della tecnica pittorica ma anche della personale
espressione di una tecnica mista che si avvale dell'applicazione di
oggetti che fanno parte dell'universo femminile, come piccole perline
colorate, bracciali, bottoni. In alcuni casi Renata applica sulla
tela anche piccole scatole, che conferiscono un effetto di
tridimensionalità dell'immagine. Tutto è dipinto nei minimi
dettali, nulla è lasciato al caso, ma studiato, definito e
completato. Renata si avvale anche dell'uso di pennelli di diverso
formato per realizzare i suoi lavori. Partendo di base dalla
pennellata larga e aperta per colorare gli sfondi, ripiega sui
piccoli pennelli di crine per colorare i particolari minuziosi delle
scaglie colorate, delle code morbide e fruscianti come lembi di
stoffa, e dei filamenti tentacolari delle gigantesche meduse.
Sulle pareti della
galleria presenti dei quadri risalenti ad un precedente ciclo
pittorico, in cui l'astrattismo della tela vede l'inserimento di un
altro oggetto caro alla tematica dell'artista, ossia l”occhio”,
che guarda, scruta e perviene alla conoscenza di ciò che va
oltre il tempo e lo spazio. L'occhio che nella forma allungata
assomiglia a quella del pesce, una trasfigurazione del disegno che
assume quindi significati differenti ma che non esclude una
connessione. Le due figure pertanto concorrono a completare il
messaggio concettualizzato di Renata Solimini, che in questa breve
intervista ci spiega la sua tematica personale.
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Double Fish |
Domanda: La tua
produzione risente molto della cultura cinese che tu hai studiato e
approfondito durante il tuo soggiorno in Cina. Soprattutto la
scrittura, che è la matrice del suo linguaggio pittorico. Cosa ha di
affascinante l'ideogramma cinese?
Renata:
Nell'ideogramma il segno è molto importante. Contiene l'idea visiva
di quello che può significare. All'inizio la scrittura cinese era
composta da pittogrammi, che permettevano di comprendere cosa
volessero indicare. Poi pian piano la scrittura si è evoluta, anche
se fino ad un certo punto, perché non ha sviluppato l'alfabeto. Ogni
ideogramma è composto da due parti, che danno soltanto un'idea o un
suggerimento di cosa vogliono significare. Ma è tutto da imparare a
memoria.
d: Parliamo del
soggetto che nasce da una tua interpretazione della figura del
“pesce”.
Renata: Nel 1992
ero a Nanchino, in Cina, con una borsa di studio. Durante i miei
corsi avevo fatto un pittogramma del pesce, con un occhio molto
pronunciato, ripreso da un pittogramma originario e
documentato. L'elemento dell'occhio ha caratterizzato tutta la mia
produzione precedente, dal 2013 al 2014. Poi dall'occhio ho
cominciato a sviluppare il pesce. Non so spiegare quale è stato il
meccanismo per cui tutto ciò è accaduto, però alla fine di un
percorso artistico sono ritornata a quel pittogramma cinese che avevo
fatto più di vent'anni fa. Ho trovato molto interessante il
simbolismo del pesce, perché mi piace la teoria dell'origine della
vita, del brodo primordiale in cui si sono sviluppati i primi
microorganismi. Mi piace molto l'idea dell'evoluzione, della vita che
ci unisce tutti nella stessa forma, dallo stesso istante. I pesci mi
ricordano la nostra comune origine di esseri che vivevano nell'acqua.
Inoltre è un tema che si può sviluppare con una fantasia sfrenata,
che puoi inventarti e sbizzarriti con tutte le forme e i colori.
d: E' una tematica in
cui senti di riconoscerti e che hai intenzione di sviluppare?
Renata: Non
escludo ogni tanto un cambiamento di percorso. Mi piace anche
spaziare. Dai pesci posso passare alla stella marina, che ripropongo,
in alcune opere, vicino ad ogni pesce, come per ricordare che accanto
all'elemento maschile c'è sempre l'elemento femminile. In un altro
quadro ricorre la filosofia cinese, taoista, lo yin e lo yang, gli
opposti che si compenetrano e formano la realtà assoluta, l'armonia.
E' un concetto che ripropongo spesso nei miei lavori. C'è sempre la
ricerca di un equilibrio tra i due elementi, che penso rimarrà un
punto fisso della mia filosofia.
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Multimedia Fish |
d: Nei tuoi quadri hai
giocato molto con le tonalità di colore. Le code e le scaglie dei
pesci, i fondali concorrono a formare un arcobaleno di colori.
Renata: Il
senso del colore è innato in me, mi è sempre appartenuto. Non ho
dovuto studiare in maniera particolare gli accostamenti, tutto
avviene in modo istintivo. Ho davanti una serie di colori e comincio
a mischiarli. Uso vari pennelli di diverse dimensioni, quello piccolo
per fare i particolari, quello grosso a seconda del tratto. Ma mi
piace molto attaccare anche degli oggetti, che come vedi fanno parte
della composizione pittorica.
d: Quindi non solo
pittura ma anche tecnica mista, nel momento in cui c'è
l'applicazione di materiali eterogenei, di collages e altri oggetti.
Come nasce questa scelta?
Renata: L'uso dei
materiali mi è sempre appartenuto. Anche dopo la Cina, quando ho
cominciato la mia corrente pittorica. Inizialmente ho cominciato a
riciclare scatole. I miei primi lavori erano fatti con delle scatole
attaccate. Erano molto materici, con dei segni simili alla scrittura.
Sempre molto colorati. Successivamente mi sono allontanata e ho
realizzato solo opere pittoriche. Non ero sicura di continuare su
quella strada. Poi ho ripreso di nuovo ad utilizzare oggetti, anche
se non tendo a mettere scatole. Piuttosto cerco ispirazione dalle
forme che trovo, come braccialetti che non uso più o perline, e li
applico su queste creature del mondo marino dove si adattano molto
bene, perché le rendono più vive, più particolari, gli danno luce
e tridimensionalità.
d: Parliamo di un
quadro che si differenzia da tutti gli altri, che è quello con i cd intitolato Multimedia Fish.
In questo caso sei stata molto attuale. Nei tuoi quadri c'è molta
femminilità, e ciò si deduce dalla scelta delle applicazioni di
bottoni e piccoli oggetti. Ma in questo quadro hai tralasciato la
pittura, hai scelto il cartone come base, e quindi diventa unico
rispetto agli altri.
Renata:
Avevo collezionato un po' di cd con l'idea di farci prima o poi un
lavoro. Inoltre avevo delle tavole di cartone. All'improvviso
ho trovato l'ispirazione da tutto questo materiale. Non so neanche io
come mai riesco a fare queste cose e neanche le potrei ripetere.
Diciamo che tendo ad accumulare materiali pensando che prima o poi mi
serviranno nel mio lavoro.
d: Per concludere
questa piacevole chiacchierata, quali sono i tuoi prossimi impegni in
agenda?
Renata: E'
in programma la mostra di Mail art, che piace molto perché
si spedisce in tutto il mondo, e ti dà la possibilità di stare in
contatto con artisti di tutte le nazionalità. E poi l'appuntamento
con la galleria Vittoria, che ogni anno organizza una mostra al museo
di Sant'Oreste. Infine, il prossimo dicembre, una collettiva a
Genzano.